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Coronavirus e vaccini, "Costi e benefici": ecco come convincere no vax e scettici "

Iuri Maria Prado

L'importante è che la campagna rivolta a promuovere la vaccinazione non si risolva in una specie di Vax Pride. Agitare il simbolo della siringa, infatti, può assumere un significato diverso rispetto a quello per cui, in buona fede, si raccomanda la necessità di sottoporsi al presidio: e cioè dare segno che si tratta di una soluzione pressoché obbligata non perché la scienza lo vuole, non perché prima viene la salute, non perché la libertà di uno finisce dove comincia quella degli altri e simili scemenze, ma perché rinunciarvi è troppo costoso. Mentre il rischio è appunto che la pubblica sollecitazione a vaccinarsi assuma il significato diverso e improprio che ha assunto spesso, una pretesa di ottemperanza non fondata sul bilancio inoppugnabile tra costi e benefici ma su vaghezze moraleggianti capaci semmai di indurre qualche perplessità, se non proprio avversione, presso la quota dei diffidenti. Dare a intendere che il virus rialza una testa multiforme di varianti anche più pericolose perché l'eresia anti-vaccinale ha sedotto il popolo disinformato dai negazionisti ricorda la bella teoria per cui le perfezioni del modello italiano erano messe a rischio dalle grigliate all'Idroscalo e dal runner inseguito dagli elicotteri. L'idea che sia ora un'altra categoria di cosiddetti "irresponsabili" a pregiudicare il buon andamento della campagna vaccinale, come prima vanificava l'efficacia delle misure di contenimento portare il cane oltre i 200 metri da casa, è estranea ai sostenitori dell'obbligo vaccinale: ma l'idea serpeggia, e proprio loro dovrebbero dunque aver cura di non accreditarla, di non farsene inconsapevolmente propagandisti. Se la vaccinazione diventa una mostrina di buona condotta c'è il pericolo che aumenti il desiderio di contravvenirvi.