L'ultima follia dei francesi, cancellare i numeri romani: il museo preferisce quelli arabi
Proprio da quando i Paesi anglosassoni hanno deciso di utilizzare i numeri romani per indicare situazioni ludiche che si protraggono nel tempo quali saghe televisive di successo, eventi sportivi ripetuti ciclicamente ed incontri canori new style per generi emergenti, ecco che dalla Francia giunge a sorpresa la notizia che d'ora in avanti si utilizzeranno i numeri arabi al posto degli ormai desueti numeri romani.
Il fatto riguarda il Museo Carnavalet di Parigi, specializzato proprio nella storia della Città, che dopo cinque anni di chiusura per ristrutturazione, quando potrà riaprire i battenti farà trovare ai visitatori questa novità. La strabiliante iniziativa ha comunque fatto riemergere un'altra trovata di qualche anno fa, passata stranamente in sordina, e cioè che il Louvre ha abolito da tempo i numeri romani per caratterizzare i secoli e così, ad esempio, il XVIII che va dal 1701 al 1800, è stato riportato semplicemente con "18esimo".
IL LATINISTA
Al riguardo, la direttrice del Carnavalet, Noémie Giard, ha testualmente dichiarato: «I numeri romani possono essere un ostacolo alla comprensione», cui si è aggiunto il latinista Jacques Gaillard che in estrema goliardìa ha dichiarato che «da molti anni i visitatori dei Musei sono sotto l'influenza della lingua inglese, soprattutto americana, e non capiscono quei numeri», per finire con François Martin, Presidente degli insegnanti di lingue antiche, che con una rassegnazione sospetta ritiene inevitabile l'abbandono senza provare a combattere la battaglia («meno i numeri romani saranno usati, meno saranno le persone in grado di comprenderli»). È un evidente imbarbarimento che per aumentare il numero dei visitatori, offre loro una serie di vantaggi a "non pensare" invece di svolgere una azione persuasiva per insegnare a leggerli.
L'ESSENZIALE
L'opposto del grande matematico italiano Leonardo Fibonacci che introducendo in Europa nel 1202 i numeri arabi (scoperti in realtà dagli indiani) per facilitare le manovre di calcolo aritmetico, raccomandava di non dimenticare per tutte le altre esigenze la numerazione romana, da tutti i matematici considerata "più elegante" e conforme in date storiche, regnanti e pontefici. Luciano Canfora, filologo classico, storico e saggista, commentando con amarezza la decisione francese, parla senza mezzi termini di "inarrivabile stupidità" poiché questa decisione potrebbe costituire l'inizio di altre prese di posizione ritenute, chissà perché, non più opportune dalla dialettica votata all'essenziale.
L'elenco, istruttivo oltreché assai triste, si conclude polemicamente con l'imposizione dell'analfabetismo obbligatorio. Molti articoli poi, sono passati alla narrazione di gaffe incredibili da parte di personaggi dell'informazione e/o dell'intrattenimento che per colpa dei numeri romani non letti correttamente, sono incorsi in imbarazzanti certificati di ignoranza, come cioè se l'erronea lettura costituisse più una "trappola" che non una mancanza di approfondimento generale da parte loro. Per fortuna non tutti in Francia sono d'accordo con le Direzioni dei due Musei ed anzi, dopo una prima perplessità connessa alla loro importanza mondiale, sono iniziate le prese di posizione contro l'iniziativa, decisi più che mai a non seguire questa teoria che non si basa su argomenti fondanti ma soltanto su una presunta facilità di maggiore approccio mediatico.