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Green Pass, il retroscena di Pietro Senaldi: Lega spaccata? Solo per finta: ecco la strategia del Carroccio

Pietro Senaldi

Grande imbarazzo nella Lega all’indomani del voto in Commissione Affari Sociali contro il green pass. Gli esponenti del Carroccio si sono schierati con Fratelli d'Italia, all'opposizione, spaccando maggioranza e centrodestra di governo. Ci ha pensato il premier Draghi, in versione saggio padre di famiglia, a chiudere le polemiche aperte dal Pd, che aveva già collocato Salvini fuori dal perimetro dei sostenitori dell'esecutivo. Tutto bene, madama la marchesa, sono giochi di ragazzi, si va avanti, è la linea tracciata dall'imperturbabile Super Mario. Però la Lega è spaccata, i governatori e i ministri soffrono i parlamentari che, capitanati da Borghi, strizzano l'occhio ai no vax e non gradiscono i tentativi di Salvini di tenere il piede in due scarpe: con i vax, ma anche no, sì passaporto verde, ma solo se... Che succede nel partito?

 

 

Tra un mese si vota nelle città e c'è da scongiurare il sorpasso di Fratelli d'Italia al Nord. Tira aria di astensionismo, la partita si gioca su poche centinaia di voti, fanno gola pure quelli dei no vax e la Lega non vuol lasciarli alla Meloni, che è libera di polemizzare ogni giorno su fiale e restrizioni per i non immunizzati senza pagare dazio all'incoerenza. Questa mano non riguarda governatori e ministri, che in realtà giocano un ruolo strategico perché con i loro distinguo dalla linea del partito tengono attaccati al Carroccio i leghisti favorevoli a profilassi e divieti, ma è delicata e importante per il segretario. Di certo, non solo Letta e il Pd devono rassegnarsi al fatto che il voto contro il passaporto sanitario non sia l'inizio della fine dei buoni rapporti tra Salvini e Draghi, ma saranno costretti anche a realizzare che la maretta nella Lega è destinata a quietarsi a breve e non dividerà né il partito né il centrodestra di governo.

 

 

 

E qui se ne devono fare una ragione i forzisti contrari al progetto di federazione. I processi politici sono lenti, se non si vuol fare come i comunisti, che hanno tolto falce e martello dal simbolo trent' anni fa e ancora non hanno trovato con cosa sostituirli. Il centrodestra si sta ricalibrando. Fdi presidia la destra, come da dna. La Lega sta ritrovando la sua storia di partito popolare di centrodestra, in grado di includere organicamente anche l'area moderata berlusconiana. Se sarà federazione, non sarà una fusione a freddo come quella tra Ds e Margherita, che partorisce un'alternanza di segretari di estrema sinistra o liberal che hanno come elemento di continuità solo la demonizzazione dell'avversario e quattro battaglie identitarie di scarso impatto sull'elettorato. 

 

 

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