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Barbara Collevecchio, simbolo della solita sinistra: prima attacca e poi piange, che figura barbina

Andrea Valle
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«C'è una parte dell'umanità che fa paura», ha scritto Barbara Collevecchio in uno dei suoi innumerevoli tweet da quando ha scoperto il mezzo social. Per chi non la conoscesse, è la psicologa che ha scatenato la polemica sul giovane candidato consigliere comunale Ramon Pastore, 21enne orfano di padre colpevole di essersi fatto fotografare con un orologio di marca al polso e di prediligere un look non proprio da sciattone. Alla signora psicologa la cosa non piace. Contro Calenda, Renzi e chi appartiene a quel gruppo di sinistra, magari meno sinistra di lei, più di centro, più tollerante e moderato aperto anche, eventualmente, a imbastire una discussione con l'odiatissimo centrodestra, ha parole di fuoco, cinguettii sdegnati contro le «elite e le burocrazie che hanno creato una scissione psicotica nella società che non sa più pensare».

 

Non si capacita, la Collevecchio, che Calenda abbia candidato il giovane che va alla scuola di politica di Italia Viva e che, magari, Ramon Pastore sia andato a ballare qualche volta nei locali che piacciono ai ragazzi della Roma bene, mamma La psicologa mia che scandalo. È tutto un florilegio di odiose critiche di chi sta con il ditino puntato il suo profilo social. E ora, però, si stupisce che qualcuno l'abbia attaccata duramente per avere sollevato la polemica del Rolex che in realtà è un Audemars Piguet, ma tant' è. Collevecchio ieri si è difesa dicendo che la sua era una critica politica e non un attacco personale al 21enne renziano.

Ha piagnucolato su Twitter perché si è ritrovata addosso, in poche ore, tante ingiurie e tanti insulti che farebbero male a chiunque e lei che di professione si occupa di psicanalisi e disagio giovanile ha preso malissimo il fatto che qualche leone da tastiera abbia chiesto all'Ordine degli Psicologi d'intervenire contro di lei. In pratica di licenziarla perché inadatta a fare il suo mestiere. «Contro di me una violenza inaudita», ha dichiarato sofferente. «Uno psicologo non può esprimere opinioni come ogni elettore su un candidato?», ha chiesto per poi prendersela, ovviamente, sempre con Renzi e Calenda i quali «scatenano i loro troll offensivi su una libera cittadina», ma si consola Colviex, «le persone vere mi riempiono di solidarietà sul mio profilo. Grazie».

 

Tra i solidali, oltre allo storico di sinistra Tomaso Montanari, anche un altro personaggio quale Christian Raimo, già assessore alla Cultu ra del III Municipio di Roma, salito agli onori delle cronache per un suo post su Facebook di anni fa contro Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù massacrato a colpi di chiave inglese e morto il 29 aprile del '75 dopo un mese di agonia. Per Raimo, Ramelli è una «icona del peggiore neofascismo». Ancora prima, l'assessore-scrittore si era fatto notare quando pubblicò una lista di proscrizione di giornalisti (di destra) accusati di "razzismo esplicito", per protestare contro la partecipazione al Salone del libro di Torino della casa editrice Altaforte, di destra. Ecco Raimo è uno di quelli del soccorso rosso in favore della Collevecchio contro i «luxury boys» in lista con Calenda. E lei, la psicologa ad orientamento junghiano che scrive su Huffington Post e ha un blog sul Fatto, house organ grillino, ieri sulla querelle dei Rolex ha insistito: «La ricchezza non va ostentata, vali per quello che sei non per quello che hai». 

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