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Tasse, Pietro Senaldi: il solito vizio della sinistra, le vogliono alzare perché non le pagano

Pietro Senaldi
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Facile essere a favore delle tasse salate; basta farle pagare agli altri. È il vizietto della sinistra, integerrima con il portafogli altrui ma disposta a chiudere un occhio con il proprio. L'ultima figuraccia in proposito l'ha fatta Aurora James, stilista di Alexandria Ocasio-Cortez, giovane e bella eroina dei democratici americani. La Fratoianni a stelle e strisce ha fatto parlare di sé di recente per l'abito-manifesto d'alta sartoria indossato al galà più importante della moda newyorkese, un tubino total bianco con gonna di tulle e una scritta rosso sangue: «Tassate i ricchi». Naturalmente la pensata è valsa alla designer la vittoria di un premio mentre la deputata statunitense si è potuta vantare di aver portato il tema dell'aiuto ai poveri tra i milionari del jet set e di essersi avvalsa della collaborazione di «un'immigrata di colore, focalizzata sulla sostenibilità e che ce l'ha fatta con le sue forze». Il guaio è che la signora James è focalizzata soprattutto sulla conservazione dei propri quattrini e ce l'ha fatta anche perché non è pressata dal Fisco, giacché è accusata di non aver pagato oltre centomila euro di tasse sui suoi dipendenti e di averne evasi direttamente 15mila. Poca cosa forse, rispetto ai suoi guadagni a sei zeri, ma si fa quel che si può.

 

 

L'episodio è accaduto oltre Oceano, dove per frode fiscale si finisce al gabbio, mail vezzo di farsi belli in pubblico e peccare in privato appartiene all'internazionale socialista, reinventatasi come progressista e che si è appiccicata l'etichetta di democratica. D'altronde l'attaccamento ai quattrini è la cifra della sinistra, altrimenti la sua bibbia non si chiamerebbe Il Capitale. Non si spiega altrimenti l'allergia verso chi produce ricchezza e i tentativi di limitare e ostacolare qualsiasi iniziativa imprenditoriale che da sempre albergano a sinistra. Quei circolini nostrani da zona a traffico limitato nei quali chi fa denaro è vissuto come una minaccia, perché la preoccupazione principale di quanti ne fanno parte è mantenere i propri privilegi, e la via più diretta non è il lavoro ma impedire che altri possano raggiungere benessere e finanche abbondanza.

 

 

Non mi stupisce che un'icona della sinistra sia pizzicata a evadere il fisco. Ho sempre pensato che il fatto che la sinistra delegasse allo Stato l'esclusivo compito di preoccuparsi dei più deboli non nasca dalla generosità ma invece dall'egoismo: faccio fare ad altri quello che io non mi sento di fare, un po' come quelli che fingono di aver mal di stomaco quando portano al ristorante la fidanzata, e devono pagare, ma poi alle tavolate mangiano il doppio degli altri perché si salda il conto alla romana. Ora in Italia si parla di revisione del catasto e di alzare tasse di successione, con il Pd che non si è ancora rassegnato ad archiviare la patrimoniale. Tutte cose che finiranno nei denti del ceto medio, mentre i milionari rossi hanno schiere di avvocati e commercialisti che garantiscono passaggi ereditari indolori e consentono dribbling tra le norme fiscali che neppure Maradona tra i difensori dell'Inghilterra.

 

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