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Vittorio Feltri punta il dito: quei 20 milioni di italiani che campano sulla gobba di chi paga troppe tasse

Vittorio Feltri

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Fare i conti in tasca alla gente non è operazione simpatica, ma quando ci sono di mezzo le tasse versate è legittima. Cosicché noi abbiamo dato una occhiata veloce ai dati forniti dall'Istat, dalla agenzia delle Entrate e dal ministero dell'Economia, e abbiamo scoperto una realtà sconcertante. Non è una novità che l'Italia è al primo posto per possesso di abitazioni, autoveicoli e cellulari. Al secondo posto per quantità di animali domestici, quelli da compagnia. Ma questo è ancora niente. Sono 17 milioni i nostri connazionali che in un anno giocano d'azzardo, e 2,5 milioni coloro che abitualmente frequentano le 140mila sale scommesse sparpagliate lungo la penisola. 

 

Abbiamo il primato continentale quanto a macchinette mangiasoldi ubicate in 85mila esercizi commerciali: una slot machine ogni 143 abitanti. Già queste statistiche disegnano un quadro inquietante che contrasta con la conclamata povertà del Paese. Veniamo all'Irpef, l'imposta più diffusa. Il totale degli introiti ammonta a 171 miliardi annui. A fronte di oltre 120 miliardi investiti nel gioco d'azzardo. In pratica i biscazzieri fanno concorrenza allo Stato nelle riscossioni. Allegria. I fondi pensione riscuotono molto meno. Doppia allegria. Da notare che il 45 per cento della popolazione dichiara redditi annuali più bassi di 35 mila euro e versa solo il 2,62 per cento del totale dei tributi. I contribuenti che versano 100 mila euro ogni 12 mesi sono l'1 per cento dei cittadini. Quelli che dichiarano redditi superiori sono lo zero virgola. 

 

Con questa carenza di introiti bisogna mantenere 8 milioni di pensionati, oltre a 3 milioni di scrocconi del reddito di cittadinanza, senza contare i fruitori degli ammortizzatori sociali. In poche parole 20 milioni di compatrioti campano sulla gobba dello Stato. Non è finita: il57 per cento degli italiani mantiene il restante 43 per cento. Non siamo quindi un Paese povero, ma di profittatori. Se aggiungiamo gli effetti di due fenomeni accertati: l'evasione fiscale e l'economia sommersa, il quadro desolante si completa. In sintesi si constata attraverso le cifre ufficiali che i poveri in Italia sono quasi tutti figli della retorica, indubbiamente i miserabili esistono ma in quantità esigua. Mentre abbondano coloro che li finanziano. E se diamo un'occhiata al sistema fiscale, ci rendiamo conto in due minuti del motivo per il quale il debito pubblico è enorme. Vale sempre il detto immortale: il convento è in bolletta, ma i frati sono ricchi. Consigliamo la lettura di questo articolo documentato ai politici di ogni colore che parlano ogni giorno della necessità di creare il lavoro. Non capiscono che il lavoro c'è, mancano la capacità e la voglia di lavorare.

 

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