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Selvaggia Lucarelli, chi è la "Bestia"? Attacca la Lega per ciò che lei fa ogni giorno: tutte le persone che ha distrutto

Gianluca Veneziani
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Eh già, non bisogna provare «alcuna compassione» per la sua «politica fatta di reiterato dileggio dell'avversario», per la sua «assenza di scrupoli» e le sue «sue campagne d'odio su avversari grandi e piccoli, trattati con la spietatezza del cecchino consumato». Parlava di Luca Morisi, la giornalista Selvaggia Lucarelli. Ma in realtà parlava di se stessa. Quando ieri ripeteva il ritornello per cui Morisi non va condannato per l'uso di droga ma per aver creato la Bestia, la firma del Fatto Quotidiano non si accorgeva di avere imitato o, chissà, inventato gli stessi meccanismi di comunicazione che rimprovera a Morisi. Diventando a sua volta una Bestia dell'informazione. La Bestia Selvaggia. Orsù, collega, non ricordi le tue intemerate ai danni di vip e meno vip, con cui ti atteggiavi a giudice, manco fossi in una puntata di Ballando con le stelle? Non era da Bestia quel tweet con cui attaccavi il medico Giuseppe De Donno, che aveva sperimentato la terapia al plasma e si era appena suicidato? Neanche un minimo di pietas ti aveva dissuaso dallo scrivere che «il suicidio di un uomo è un evento tragico, ma non c'è stato nulla di eroico nello spacciare per miracolosa una cura che non funzionava, nell'offendere Burioni, nel gettare ombre sulle case farmaceutiche».

 

 

 

Altro che de mortuis nihil nisi bonum (è latino, Selvaggia, in caso non sapessi). Non paga, avevi definito sul Fatto quella di De Donno «una personalità complessa» con «evidenti manie di grandezza». Ma, se ti è mancato il rispetto verso i morti, ti ha fatto difetto anche il rispetto verso una vita nascente che rischiava di non nascere. A fronte del racconto dolente della Meloni in merito al fatto che lei non sarebbe dovuta nascere perché la madre pensò di abortire e decise all'ultimo di cambiare idea, ti sei eretta a sputasentenze, sostenendo: «Nel 1976 l'aborto era illegale. Non funzionava così. Hai mentito tuo tua madre?» Ma certe affermazioni vanno verificate, Selvaggia. Sennò si rischia di subire una smentita, come quella che ti sei beccata dall'avvocato Sara Kelany la quale ha ricordato che «è dal febbraio 1975 che l'aborto non è più un reato».

 

 

 

In nome della Tuttologia, hai preteso di sentenziare pure su faccende mediche. E così attaccavi l'immunologo Matteo Bassetti, "colpevole" prima di aver invitato i giovani a vaccinarsi e poi, in seguito alla morte di una ragazza che aveva ricevuto una dose di AstraZeneca, di aver fatto un appello a «stoppare» quel vaccino «in tutte le età». Lo rampognavi così, dall'alto della tua (in)competenza: «Continuate a rivolgervi a lui per avere pareri scientifici eh». Detto da una che, a inizio emergenza, riduceva la pandemia a una «psicosi per cui si ha paura di ordinare involtini primavera». E che dire poi della leggerezza con cui hai bersagliato il dottor Alberto Zangrillo. A lui che raccontava del ricovero di Berlusconi per Covid e del fatto che sarebbe morto se si fosse contagiato a marzo 2020, rispondevi: «Zangrì, facciamo che a marzo intanto Berlusconi avrebbe trovato posto in una terapia intensiva. Un altro 83enne col cazzo». Che classe! La stessa con cui ti sei accapigliata con Barbara d'Urso, definendola responsabile del «disastro culturale» del Paese (menomale che ci pensi tu, Selvaggia, alla formazione degli italiani) e con la città di Noto, che non ti avrebbe accolta in modo degno: una disavventura personale ti aveva dato il pretesto per gettare fango su una comunità che, a detta del sindaco, si era sentita «offesa e tradita». Ma nessun problema: a fare «pestaggi per niente virtuali» è solo La Bestia Morisi. Selvaggia, invece... come è umana lei! 

 

 

 

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