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Alessandro Sallusti contro Raggi e Appendino: "Ragazzine presuntuose e arroganti, il disastro fu servito"

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Se fosse per i Cinque Stelle e per la sinistra oggi avremmo ancora premier Giuseppe Conte, Arcuri sarebbe commissario per il Covid, la Azzolina governerebbe sulla scuola e Toninelli avrebbe voce in capitolo. Poi, per fortuna, Renzi ha avuto un guizzo, Berlusconi e Salvini lo hanno assecondato e dal cilindro è uscito Mario Draghi, Pd e grillini hanno fatto buon viso a cattiva sorte e l'Italia si è rimessa in marcia. Oggi c'è l'occasione di fare ripartire città che in mano alla sinistra e ai grillini sono ferme, paralizzate da quel vento giustizialista che soffiò cinque anni fa e che aveva fatto credere ai romani e ai torinesi che la competenza e l'esperienza in politica fossero degli optional, al punto da consegnare le chiavi delle città a due ragazzine presuntuose e arroganti di nome Raggi e Appendino e il disastro fu servito.

 

Ai milanesi andò meglio, Beppe Sala non era certo l'ultimo arrivato, ma un conto è organizzare da manager l'Esposizione Universale, altro è dare un indirizzo politico allo sviluppo della città. E qui mister Expo è rimasto irretito dalla demagogia di quella sinistra radicale che gli ha assicurato i voti necessari per governare: porte aperte agli immigrati clandestini, strizzate d'occhio ai centri sociali, via libera all'ambientalismo della decrescita felice con piste ciclabili che uccidono il commercio e strozzano la mobilità.

 

Oggi c'è la possibilità di ribaltare la situazione. Impresa difficile, ma vale la pena di provarci. Ricordiamoci una cosa importante. Impedire ai candidati della sinistra di vincere al primo turno li costringerà a chiedere aiuto al ballottaggio ai grillini, il che invece che rafforzarli li indebolirà perché i due elettorati non si amano per nulla. Le aggressioni mediatiche e giudiziarie al centrodestra degli ultimi giorni sono la prova che a sinistra hanno paura. Quando si arriva a evocare, come ha fatto ieri Enrico Letta, lo spettro del nazismo significa che si teme la democrazia delle urne. Andiamo a votare e giochiamoci questa partita, nelle grandi città - Milano, Roma, Torino, Napoli e Bologna - si parte da un cinque a zero per loro del 2016. Non abbiamo nulla da perdere, solo da guadagnarci. 

 

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