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Luca Morisi, l'orrore del "Corsera": ma per i dettagli hard se la prendono solo con "Libero"

Iuria Maria Prado
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In base a quale criterio di opportunità e necessità si pubblicano le chat di Luca Morisi coi suoi partner a pagamento? «Esclusivo», squilla erubescente il titolo del Corriere della Sera online: e, sotto, il fondamentale contributo informativo del giornalismo coi fiocchi che impavidamente la dice tutta sui messaggini del sovranista preso in castagna, la cronaca deontologicamente inevitabile sulle prestazioni del virgulto ("attivo e dominante") e l'indugio sulle brame contro natura del consigliere che organizza l'immagine del capo che impugna il rosario mentre lui... (risatine). 

 

Anche chi pensa (e io, devo ammetterlo, lo penso) che un po' gli stia bene, e cioè che se rompi i cog*** con la famiglia tradizionale poi ti becchi la reazione da famiglia tradizionale, deve pur riconoscere che non esiste nessun diritto di nessuno, né della giustizia né dei giornali, di spiattellare il contenuto di quelle conversazioni. 

 

E il discorso dovrebbe essere tanto più evidente nel Paese presidiato dall'Ordine dei giornalisti che affibbia sanzioni o invece lascia correre secondo che il particolare sensibile sia rivelato dal giornalaccio di destra (vedi Pietro Senaldi, censurato perché aveva riportato un verbale dei carabinieri in cui si parlava di "doppia penetrazione") o al contrario dalla stampa democratica che, come in questo caso, riafferma la sua mission fornendo ai lettori i dettagli fondamentali sulla trattativa Escort-Morisi. 

 

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