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Vittorio Feltri: "Caro Draghi, si dia una mossa con l'obbligo vaccinale. O faremo la fine dei tedeschi"

Vittorio Feltri  

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Noi di Libero, non per darci delle arie, siamo stati i primi a incitare il governo a introdurre il vaccino obbligatorio. E l'idea non è stata respinta a priori, ma presa in esame con attenzione. Ovvio, se venisse applicata rapidamente risparmierebbe all'Italia di ripiombare nel marasma della pandemia, come sta accadendo alla Germania e all'Austria, dove il virus sta producendo un vero e proprio macello. Però constatiamo che la nostra proposta tarda ad essere realizzata, e temiamo che perdere ulteriormente tempo possa danneggiare la comunità, visto che i dati nazionali circa i contagi hanno già cominciato a crescere.

 

 

Coloro che sono ostili all'antidoto e al Green pass non possono essere presi sul serio quali interlocutori, i loro argomenti sono talmente stupidi che meritano come risposta un'alzata di spalle e nulla più. Qui ne va della sicurezza sanitaria di un grande Paese e bisogna agire nell'interesse nazionale e non di una minoranza di sprovveduti dotata di una intelligenza rovinata da guasti irreversibili. Non si tratta di fare cose turche, ma semplicemente di soccorrere la maggioranza dei cittadini con una legge che li protegga da una malattia che si può prevenire soltanto con l'iniezione salvifica da ripetersi più volte.

 

 

Non c'è un altro modo per scongiurare l'infezione, quindi si agisca subito, senza tentennamenti, per rendere imponibile a chiunque il vaccino. Chi lo rifiuta per paura o per fragili motivi psicologici non deve avere facoltà di fare una normale vita sociale, di frequentare luoghi pubblici e di lavoro, se ne stia a casa sua lontano dal consorzio civile. Quindi caro Mario Draghi si dia una mossa rapida per salvare tutti noi e anche se stesso perché una nuova ondata di infezioni la danneggerebbe in maniera definitiva. Quanto ai politici che fanno l'occhiolino alla banda dei No vax non se ne curi. Alla fine si renderanno conto anche loro di avere un cervello in deficit.

 

 

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