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Vittorio Feltri, meglio un governo di ladri che di incapaci: le due riforme per salvare la politica (e gli italiani)

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Serpeggia indignazione perché il M5S, contraddicendo il proprio dogma secondo il quale i partiti non devono percepire un euro dallo Stato, ora chiede di incassare il famoso 2 per mille. La cosa non mi sorprende e neppure mi indigna: la politica costa e da qualche parte i soldi li deve pur trovare. Però i grillini devono almeno ammettere di aver sbagliato quando predicavano la verginità pecuniaria, trasformandola nel proprio credo ideologico. Dopo aver protestato per non aver partecipato alla lottizzazione della Rai, contro la quale si erano espressi per anni, adesso bussano a cassa essendosi resi conto che alla lunga se perdi le palanche perdi anche le elezioni. Personalmente mi sono convinto che il finanziamento pubblico per i parlamentari, abolito ai tempi di Mani pulite, andrebbe ripristinato allo scopo di ridurre il furto ai danni delle istituzioni, ho detto ridurre, non eliminare. Perché l'uomo resiste a tutto tranne che alla tentazione di riempirsi le tasche in qualche modo, sia pure disonesto. A questo proposito occorre aggiungere che è meglio un governo di ladri piuttosto che di cretini incapaci.

 

 

In effetti se gli esecutivi che si sono succeduti nell'ultimo mezzo secolo fossero stati provveduti e abili non avrebbero accumulato il debito nazionale più alto del mondo, mentre gli italiani, intelligenti, sono all'83 per cento proprietari della casa in cui abitano e non avrebbero depositato in banca una montagna di denaro, record d'Europa. Questa è la prova tangibile che il nostro popolo è più in gamba di coloro che pretendono di guidarlo.

 

 

Ciò detto, senza temere smentite, aggiungo che per abbassare le arie della magistratura, che tiene sotto scacco gli uomini del Palazzo, si dovrebbe subito reintrodurre l'immunità parlamentare in base al principio: nessuno tocchi Caino, si fa per dire. Immediatamente le toghe non avrebbero più la tentazione di politicizzarsi, perseguendo un partito al posto di un altro più gradito alla corporazione. Estenderei il privilegio anche ai sindaci e alle giunte comunali e regionali che ogni due per tre vengono inquisite benché spesso non lo meritino. Rendiamoci conto che la nostra emergenza è quella di restituire il minimo sindacale di efficienza agli uomini addetti a curare gli interessi dei cittadini, tutto il resto si aggiusta da sé perché la gente non è nata ieri ed è in grado di vivere al meglio delle proprie possibilità. Lo ha ampiamente dimostrato

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