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Greta Beccaglia, Vittorio Feltri sul palpeggiatore: "Calci nel cu***, non la galera". Cosa non torna in questa storia

Vittorio Feltri
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Anche noi di Libero che non siamo puritani ci siamo stupiti nel vedere un tifoso della Fiorentina, dopo la partita persa dai gigliati con l'Empoli, dare uno schiaffetto sul sedere di una cronista televisiva. Ma abbiamo pensato che il gesto, per la verità volgarotto, del Tizio fosse abbastanza giocoso, non certo una aggressione. Palpare il posteriore a una signora che neppure conosci non è accettabile. Richiede scuse immediate e un po' di contrizione. Invece l'episodio si è trasformato in fretta in una sorta di tragedia. Toccare i glutei a una madama è lecito a una sola condizione: che lei sia nella tua camera da letto e sia intenzionata a giacere con te, ovvio, consenziente e possibilmente felice di farsi coccolare. Fra un uomo e una donna queste sono cose che succedono spesso e non scandalizzano nessuno.

 

 

 

Nel caso di specie, la faccenda è andata diversamente. Il burino che ha schiaffeggiato le terga della giornalista non era autorizzato a prendersi simile confidenza, però ha abusato del fatto che ella fosse lì in piedi a commentare un evento sportivo e, quindi, impossibilitata a difendersi dall'intima intrusione. E questa è una aggravante. Tuttavia l'uomo a nostro avviso può essere accusato di un eccesso di volgarità, non certo di violenza. Una toccatina di chiappe non autorizzata non deve essere assolta come fosse un sorriso, ma neppure condannata quale atto imperdonabile di abuso. Cerchiamo di non esagerare. Non c'è dubbio, le donne vanno sempre rispettate e questo è un comandamento. Però se un cretinetto allunga per un istante la mano sul posteriore commette una vigliaccata, non un delitto da punire con la galera. Invece ieri, durante il programma televisivo Ore 14, condotto dal mio amico Milo Infante, l'individuo dalla mano morta (mica tanto) è stato trattato non da cafone, come meritava, bensì quale delinquente consumato degno della prigione. Un avvocato presente in studio si è addirittura lanciato a dichiarare che il palpeggiatore, avendo commesso l'atto descritto, rischi di essere condannato da 6 a 12 anni di reclusione. Una esagerazione che farebbe ridere se non indignasse.

 

 

 

Tra l'altro, esiste un video che propone in modo chiaro l'interesse cretino del presunto malvivente per il deretano della giornalista, da cui si evince che il toccamento delle parti morbide della ragazza è stato fugace e per nulla prolungato, cosicché sostenere che si sia trattato di una aggressione è una forzatura inaccettabile. Sappiamo tutti che le femminucce vanno ossequiate e mai sfiorate se non aderiscono spontaneamente a farsi accarezzare o qualcosa del genere, ma se qualcuno contravviene a questa regola, come nel caso del tifoso viola, non mi pare equo invocare la sua prolungata carcerazione. Io proporrei per il palpatore di chiappe una sanzione adeguata al reato commesso: un calcio nel culo. Nulla di più. 

 

 

 

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