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Pd, il loro patriottismo è anti-italiano: perché è la sinistra ad avere le mani sporche

Iuri Maria Prado
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Una specie di patriottismo, a sinistra, è effettivamente documentabile. È il patriottismo antifascista, per cui è fascista chiunque non sia comunista. È il patriottismo della questione morale, per cui è immorale chiunque non abbia la tessera di quel moralismo finanziato dal rublo. È il patriottismo delle mani pulite, per cui le ha sporche chiunque non se le lavi alla fonte dell'onestà progressista. È il patriottismo dell'antimafia, per cui è mafioso chiunque non partecipi alla retorica antimafia di stampo comunista.

 

È il patriottismo dell'adempimento fiscale, per cui è evasore chiunque non si inchini alla bellezza delle tasse. È il patriottismo delle leggi contro l'odio, per cui è odioso chiunque non celebri la civiltà di tanta galera democratica posta a presidio della Giornata contro l'omostransbifobia. È il patriottismo dell'affascinante avventura coi fascistelli dei 5Stelle, per cui si perlustra il campo avverso alla ricerca di gagliardetti mentre i nuovi compagni - anche questi compagni che sbagliano- si lasciano andare a deliziosi slogan antisemiti.

 

È il patriottismo delle politiche sulla sicurezza, per cui si manda a processo il ministro che le ha approvate e si tiene al suo posto quello che gliele ha fatte approvare perché è diventato il punto di riferimento fortissimo di tutti i progressisti. È, infine, il patriottismo da semestre bianco, per cui a patriota di destra opponi patriota e mezzo di sinistra, e pace se era quel Sandro Pertini che mandava a Chigi, come si dice adesso, il signore che i fondatori del partito Democratico volevano vedere in fila per il rancio nelle patriottiche galere dell'Italia rivoltata come un calzino dagli amici in toga.

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