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Mimmo Lucano, Alessandro Sallusti contro Gad Lerner e Saviano: "Complici ideologici dell'associazione a delinquere"

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«Hanno sfregiato la reputazione di un uomo giusto per insinuare che chi accoglie i migranti lo fa solo per convenienza. È un'offesa a tutta l'Italia della solidarietà. Io penso che se siamo qui tutti quanti, non è per solidarietà a Mimmo Lucano, ma in solidarietà a noi stessi, perché ci siamo sentiti offesi e feriti nel profondo da una sentenza che suona a condanna di ogni speranza di un'Italia civile». Così, lo scorso 7 novembre, Gad Lerner pontificava dal palco di Riace, dove si era radunata la crème della sinistra per solidarizzare con l'ex sindaco Mimmo Lucano, condannato a tredici anni per associazione a delinquere, truffa, concussione, falsità ideologica e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il famoso "modello Lucano" dell'accoglienza, sponsorizzato senza se e senza ma anche da Roberto Saviano, era stato smascherato: una truffa.

 

Tredici anni di condanna sono tanti anche secondo noi, vedremo cosa succederà in appello, ma le carte che oggi pubblichiamo (tratte dalle motivazioni della sentenza depositata ieri) lasciano poco spazio a interpretazioni di parte. Continuare a difendere quel sistema, a questo punto, configura una complicità, ovviamente sul piano ideologico e culturale, con quella associazione a delinquere ben documentata dai magistrati. Vorrei che Gad Lerner e le decine di intellettuali di sinistra che hanno firmato un appello e avviato una raccolta fondi a suo favore leggessero bene queste carte e ci dicessero in onestà se ancora Lucano può essere definito «uomo giusto» e «speranza di un'Italia civile».

 

Di questa cultura ossessionata dal rigore umanitario di Salvini (con lui ministro degli Interni il numero di immigrati morti in mare era sensibilmente calato) e ostile a qualsiasi forma di controllo alle frontiere, Lucano non era stato artefice ma vittima. Un pupo preso a caso da pupari furbi e spregiudicati - la compagnia stabile della sinistra- nonostante le evidenze, pensano di poter continuare la recita cambiando il copione: Lucano non è più un eroe senza macchia ma un martire di una giustizia ingiusta e di parte, i magistrati evocati fino a ieri come la salvezza del paese - soprattutto se nel mirino ci sono Berlusconi e Salvini - possono diventare nemici da abbattere. Se esistesse davvero una giustizia, Mimmo Lucano andrebbe graziato per manifesta incapacità di intendere e loro condannati, quantomeno all'oblio.

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