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Alessandro Sallusti: gli anti-Cav e gli anti-bollette, chi fa figuracce e chi si fa onore

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Gianfranco Mascia è un attivista di sinistra vetero ecologista famoso per i suoi insuccessi. Nel 1993, alla discesa in campo di Silvio Berlusconi, fondò i comitati Bo-Bi (boicottiamo il Biscione) con i quali pensava di mettere in ginocchio Mediaset che da allora è cresciuta senza sosta. Sparito dalla scena, riappare nel 2016 a Roma dove si candida alle primarie del Pd: prende l'uno per cento e riscompare. Fino a poche ore fa quando un comunicato annuncia il suo ritorno alla guida del "popolo viola", melassa sinistrosa nata nel 2008 per contestare la vittoria elettorale del Centrodestra nelle elezioni di quell'anno. Oggi a lui e ai suoi sodali proprio non va giù la possibile candidatura di Berlusconi al Quirinale, e con toni minacciosi annuncia una guerra senza confini per impedirla.

 

La cosa farebbe parte della serie "e chi se ne frega" se non fosse che ben rappresenta quanto illiberale e antidemocratica sia ancora l'aria che si respira da quelle parti e quanto la sinistra abbia perso il contatto con la realtà. Mentre gli ecologisti rossi preparano i loro balletti anti Berlusconi, oggi a Torbole, nel Bresciano, un'altra Italia, ben più solida e concreta, si dà appuntamento per lanciare un ultimo, disperato appello al governo contro il caro bollette. Ci saranno piccoli, medi e grandi imprenditori del Nord, oltre che amministratori di ogni tendenza politica, che sono sull'orlo di chiudere le loro aziende sopraffatti dal caro bollette energetiche che in alcuni casi raggiunge il trecento per cento.

 

Qui si parla della carne viva del Paese, di posti di lavoro reali, di migliaia di famiglie al bivio tra la disperazione e un futuro sereno. Tutte cose che ai Mascia d'Italia, prigionieri del loro odio e rancore oltre che delle loro frustrazioni, poco o nulla interessa. Il problema non è mai stato e mai sarà Silvio Berlusconi. L'ideologia rosso-verde-viola è il cancro che ci portiamo appresso, un cancro nel quale anche la sinistra di governo ci sguazza sperando di trarne qualche vantaggio. Noi non abbiamo dubbi: il popolo che ci piace e che sosterremo è quello che oggi si ritrova idealmente a Torbole, cioè i nostri bravi imprenditori e i loro altrettanto bravi dipendenti.

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