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Scuola, Patrizio Bianchi come Lucia Azzolina: da quando è arrivato all'Istruzione non ha fatto altro che collezionare errori

Alessandro Gonzato
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A luglio Patrizio Bianchi era «ottimista» sul ritorno in classe a settembre. A giugno aveva detto che il bilancio dell'anno scolastico, benché stravolto da contagi, didattica a distanza e quarantene era «positivo». L'altro giorno, sul rientro post natalizio, il ministro dell'Istruzione ha espresso nuovamente il suo ottimismo. «Gianni, l'ottimismo è il profumo della vita: l'ottimismo vola!», diceva Tonino Guerra nella pubblicità dell'UniEuro. Fabio De Luigi, nei panni dell'Ingegner Cane, a Mai Dire Gol ne ha fatto un tormentone. La scuola riapre fra 6 giorni (in alcune Regioni si dovrebbe ripartire tra 3), eppure al Paese dei tamponi - ormai un milione e mezzo al giorno - l'ottimista Bianchi non li ha ancora predisposti per i milioni di alunni pronti a tornare in aula. Verranno eseguiti solo a campione, come i test salivari. Altro che «ritorno in sicurezza»!

 

 

RIAPERTURA... DELLE FINESTRE
Sentite il presidente dell'Associazione presidi, Mario Rusconi, ieri all'Ansa: «Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per eseguire i test. Sarebbe questa la misura da attuare, la cosa migliore dopo le feste, ma a pochi giorni dalla riapertura non ne abbiamo contezza. Noi», ha aggiunto, «siamo contrari a mettere in Dad i ragazzi non vaccinati, perché sarebbe una discriminazione. Se la proposta è questa o rimandare gli ingressi vuol dire che la scuola farà le spese di una serie di mancanze, e di questo passo si rischia la distruzione del settore». A Washington i ragazzi potranno tornare a scuola solo dopo aver caricato online l'esito di un tampone negativo. In California le scuole pubbliche hanno fornito 6 milioni di test. In Francia scattano 3 tamponi in 4 giorni se in classe c'è un positivo. Bianchi è in carica da un anno e anche sui sistemi di ventilazione è al palo come il degno predecessore Lucia Azzolina. L'unico sistema, al momento, è l'apertura delle finestre, ma Sud a parte si gela. Sull'aerazione s' è mosso (in autonomia) il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli (Fdi) e il collega della Basilicata Vito Bardi (Fi), che è generale come Figliuolo ma della Finanza. L'Organizzazione mondiale della sanità ha appena sollecitato (giustamente) l'Italia a rimediare alla mancanza, e la Confederazione pediatri del Lazio ha rilanciato: «Servono purificatori per filtrare l'aria, anche per arginare l'aumento di bronchiti dovute alle finestre aperte nelle giornate invernali». 5 luglio 2021, ministro Bianchi in visita alla scuola Natta, a Bergamo: «Lavoriamo per la scuola in presenza senza se e senza ma. Avete la maIl ministro dell'Istruzion Patrizio Bianchi scherina, ma si vede che siete contenti». 27 dicembre 2021, ministro a Sky: «Il 10 gennaio si torna a scuola: lavoriamo per tornare in presenza».

 

 

 

SOLUZIONI MAI TROVATE
Lavora, il ministro. Ma i risultati sono scarsi. Si parlava di termoscanner per la misurazione della temperatura: niente. Il meccanismo delle entrate e uscite scaglionate ha mandato in tilt i genitori alle prese con il lavoro. Autobus e metropolitane sono la solita giungla, ma in questo Bianchi ha meno colpe. Undicimila "classi pollaio" (dai 27 alunni in su) sono rimaste tali (lo ha ammesso lo stesso ministro), e qui Bianchi c'entra eccome. Le classi dai 20 ai 25 alunni sono circa 100mila (dato Associazione nazionale sindacale). Parte del mondo scolastico contesta pure il piano-assunzioni degli insegnanti, ma è un'altra storia. In autunno Bianchi aveva dichiarato «mai più in Dad», un'uscita frettolosa, sicuramente in buonafede, ma era stato subito costretto a chiarire. Intendeva che la scuola non chiuderà più totalmente come a marzo 2020. Clima artico in aula e studenti intabarrati. 

 

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