Vaccino, fotografare i bambini mentre lo ricevono? Ripugnante: è l'oggetto di una rivendicazione pubblica
Durante la Repubblica del Lockdown, quando imperava il governo della legislazione via Facebook e dei verbali secretati, prese corso la pratica venezuelano-mandolinara dell'esibizione vaccinale: con i very important peones del potere pubblico impegnati a rammostrare l'ecchimosi dell'Italia resiliente, il contrassegno dell'adempimento al dovere di offrire il braccio alla patria.
Come osservammo, non c'era niente di informativo né di utile in quella baracconata, e semmai era la manifestazione di un metodo di governo, di un'incultura che confondeva la responsabilità politica e amministrativa con una specie di curatela sacerdotale e moraleggiante, e trasformava l'informazione ai cittadini in una sorta di messaggistica da intrattenimento. Ora siamo ai Figli della Patria, ostentati nei post democratici di papà e mammà che divulgano il battesimo vaccinale delle creature.
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I bimbetti diventano testimonial incensurati e anzi di orgogliosissima condivisione quando si tratta di attestarne le prodezze anti-Covid. Loro non hanno nessuna colpa nel farsi fotografare sorridenti mentre sventolano l'"attestato di coraggio" per aver subìto la scelta dei genitori. Ma è ripugnante che quella scelta sia l'oggetto di una rivendicazione pubblica da torneo strapaesano. Volete vaccinarli? Bene, e fategli un bel regalo: niente foto.
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