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Enrico Letta, Pietro Senaldi: il Pd sta con Mario Draghi o col disertore Giuseppe Conte?

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Pietro Senaldi
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Per l’Italia il problema numero non è Putin, che ha dimostrato di essere più debole di quello che si pensava. E non è neppure Biden, tragicomica incarnazione del declino dell’Occidente e dell’Europa, che ancora una volta si è dimostrata incapace di una politica autonoma e costretta a lasciare al tiranno Erdogan il ruolo di mediatore in casa sua. Il nostro problema è Conte. Ciascuno ha i guai che si merita; a noi basta la caricatura di un leader a metterci in difficoltà. Al capocomico grillino serve un interprete. Per capire se stesso e il suo partito. Dopo aver messo su un cinema contro l’invio di armi in Ucraina e dessersi dichiarato fermamente contrario all’aumento delle spese militari, al quale pure da premier ha provveduto ben due volte, ieri l’ex premier ha incontrato il suo successore.

 

 

E Draghi non ha avuto bisogno di interpreti per capire che aveva di fronte una mezza calzetta, ma pericolosa, perché pronta a tutto per mantenere il proprio piccolo potere ma senza mezza idea su come fare per conservarlo. Sulla questione ucraina, Conte non si è arreso, ha disertato. Ha spiegato di non essere contrario ad aumentare le spese militari né a una difesa comune dell’Europa, solo sostiene che non sia il caso di farlo ora, perché le urgenze sono altre. Non c’è da stupirsi. Il mondo M5S gira all’incontrario: si arma quando c’è la pace e si disarma in caso di conflitto, paga chi non lavora e toglie soldi a chi produce reddito.

 

 

Conte è imbarazzante, ma non solo per i Cinque stelle. È imbarazzante per il Pd, che gli si accompagna da alleato organico e progetta di presentarsi con lui alle prossime elezioni per una riedizione dell’infausta maggioranza giallorossa.Anziché fare le pulci a Salvini, Meloni o Berlusconi, che nella crisi ucraina hanno tenuto il punto, Letta e soci puntino i fari sull’avvocato pugliese: o ne prendono finalmente le distanze o diventano suoi complici. Draghi ieri lo ha detto chiaramente: sulla guerra nella maggioranza non sono ammesse defezioni. Il centrodestra ha precisato che si può andare avanti anche senza Conte e i quattro grillini che ancora controlla. Il Pd con chi sta? Con il governo, o con i disertori?

 

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