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Guerra nel Donbass, la ricetta del Pd? Far pagare il conto agli italiani

Pietro Senaldi
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C’è la guerra nel Donbass? Alziamo le tasse in Italia. Qualcuno per pietà ci spieghi perché, se decidiamo di sanzionare la Russia, il conto lo paghiamo noi italioti e non Putin. Un po' come se il vigile prima ci desse la multa per divieto di sosta e poi la facesse conciliare a sua moglie. Paradossi che diventano regola se nella sala dei bottoni c'è il Pd. Per qualunque cosa succeda nel mondo, la sinistra nostrana ha infatti sempre la medesima soluzione: imposte a tutto spiano e qualche bonus come vaselina. I contribuenti si stanno impoverendo perché schizzano i prezzi della benzina e il conto delle bollette, e con esse l'inflazione, che però, siccome la crescita avanti di questo passo tende a zero, si chiama stagflazione, ed è ben altra, e più grave, cosa. La risposta di Draghi e del Pd è alzare i balzelli sui rendimenti degli investimenti e i canoni d'affitto, oltre che sull'Imu, tramite revisione degli estimi catastali. La Cgil poi ci aggiunge la proposta di un super prelievo sui patrimoni famigliari oltre il milione e duecentomila euro.

 

 


SOLDI AL NEMICO
Paghiamo un miliardo al nemico Putin per comprargli il gas, dopo che la sinistra ci ha castrato, precludendoci ogni via alternativa per procurarci energia. Anziché rimediare, perseveriamo: teniamo bloccati progetti di sviluppo di produzione energetica fotovoltaica ed eolica che, realizzati, darebbero una resa quattro volte superiore a quella attuale. Stiamo bloccando i piani di nuovi rigassificatori e trivelle da finanziare con i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nel frattempo, non riattiviamo a pieno le centrali di carbone e non estraiamo il gas che abbiamo. Già perché, come sottolineato dal premier, la soluzione alla dipendenza energetica da Mosca è abbassare i condizionatori, giammai iniziare a fare da soli. Il sudore d'estate e il gelo d'inverno sarebbero, secondo questo esecutivo, che è sempre meno di larga coalizione e sempre più a trazione giallorossa, se non altro nell'impostazione, la strategia giusta per vincere la guerra. Meno male che c'è il segretario del Pd, che promette bonus energetici, forse sentendosi come san Francesco che si spoglia delle vesti per donarle ai poveri. Caro Letta, il Paese non ha bisogno di carità, ma di essere lasciato in pace.

 

 


Ci pensano gli italiani a produrre, voi dovete solo metterli in condizioni di farlo e smetterla di tormentarli con balzelli su tutto ciò che si muove e anche no, visto la tassazione record sugli immobili, bene rifugio della popolazione. Ma ahimè la ricetta della sinistra non è così. Con dirigismo putiniano, il Pd ritiene di sapere cosa fare per evitare la crisi: tassare e dare mance, proprio come il governo di Conte, passato alla storia come l'esecutivo dei bonus, concessi perfino per le biciclette, che si regalano ai bambini a Natale e non agli adulti per risollevare l'economia. Il capo dei banchieri chiede di non alzare la pressione fiscale sugli investimenti, perché altrimenti gli italiani tengono i soldi sul conto anziché finanziare il sistema, e spiega che le imprese rischiano di fermarsi per il caro prezzi e le sanzioni. A loro volta, le industrie dicono chiaro e tondo che l'embargo di gas da Mosca comporta la chiusura istantanea di migliaia di attività.

 

 


IMPRESE IGNORATE
Con la stessa ottusa, feroce e partigiana determinazione con la quale mettono a tacere ogni voce dissonante sulla situazione attuale, soprattutto se viene da sinistra - vedi il caso Bianca Berlinguer, alla quale il Pd vuol chiudere la trasmissione perché fa un talk show dove ospita vari pareri, anziché un Cinegiornale Luce, come gradirebbero i vari Anzaldi, Romano e Zingaretti - i dem non ascoltano la voce di chi produce. Una volta è per i disoccupati del Sud, quella dopo per il Covid, ora perla guerra in Ucraina. Ogni circostanza torna buona al medesimo scopo: tassare e distribuire elemosina, che è poi la ragione sociale del Pd. E se qualcuno, nella fatti specieil centrodestra, prova a opporsi, viene accusato di sabotaggio attuato mediante crisi di governo. Ma a mandare l'Italia a gambe all'aria, più che una crisi di governo, sarebbe l'attuazione da parte di questo governo della politica economica e di guerra dei dem. A Letta cominciano a dirlo anche i sindaci del Pd, più realisti, in quanto attaccati al territorio e non a entità che non si sono mai date un popolo né un'anima, come l'Unione Europea così cara al segretario. Ma un po' come gli ucraini russofoni per Putin, anche per il compagno Enrico, i sudditi dissenzienti sono i peggiori nemici.

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