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Vittorio Feltri, revolverate per gli arrosticini in ritardo? Che fine deve fare certa gente

Vittorio Feltri
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Ormai i fatti della vita, specialmente i più brutti, non fanno notizia. Siamo tutti impegnati a parlare di guerra dopo esserci dedicati un paio di anni al Covid. Ogni altro argomento, pur inquietante, è passato in secondo o addirittura in terzo piano e non suscita indignazione e neppure impressione. Prendiamo quanto accaduto nei giorni scorsi a Pescara, città civile e piena di giovani. In un piccolo ristorante del centro, specializzato nella preparazione di un piatto tipico abruzzese, cioè gli arrosticini, per altro squisiti, è entrato un omaccione, si è seduto a un tavolo e ha ordinato in solitudine una porzione dei suddetti gustosi pezzi di carne cucinati sugli spiedini. A quell'ora il locale è pieno di clienti e ovviamente il servizio non è velocissimo. Si tratta di accontentare tutti e il cuoco non può fare miracoli, poveraccio.

Il cliente in questione a un certo punto si spazientisce, si reca al banco, non si limita a protestare: prende a pugni l'addetto alla cucina, un ragazzo poco più che ventenne, di origini straniere, come fosse un suo acerrimo nemico. L'aggredito cerca scampo in un angolo, ma l'aggressore non si placa, lo insegue, lo raggiunge di nuovo, estrae una rivoltella e gli spara tre o quattro colpi che lo riducono in fin di vita. Un gesto orribile e inedito che ha sconcertato i pescaresi e non soltanto loro. Il cuoco è stato soccorso e portato all'ospedale dove giace in prognosi riservata. Il pazzo pistolero dopo aver compiuto la sua prodezza è fuggito, però ci giunge notizia che dopo una notte di ricerche è stato catturato. Per ora si ignora come costui abbia giustificato il suo crimine che ai nostri occhi appare non solo condannabile, naturalmente, ma pure incomprensibile.

I fatti di sangue nel nostro Paese, e direi dappertutto, si susseguono quotidianamente anche perché le forze dell'ordine non riescono a contenerli. Ciononostante, una schifezza come quella accaduta a Pescara francamente è una deplorevole eccezione. Una atrocità crudele e priva di senso logico. Non riusciamo a capire cosa sia passato per la mente del pistolero. Già un tizio che si reca in trattoria con in tasca un'arma da fuoco carica è sospettabile di essere un cretino indegno di vivere nel consorzio civile, se poi gli viene l'idea di freddare il cuciniere che ha indugiato a mettergli sotto il naso l'ordinazione, siamo autorizzati a chiederci come mai questo individuo fosse libero di circolare col cannone in tasca. Mentre ci auguriamo che la vittima riesca a cavarsela, auspichiamo che il suo assalitore sia prontamente rinchiuso in una cella di massima sicurezza. Non si può tollerare che certa gente circoli liberamente tra noi, pronta a commettere reati tanto gravi con una disinvoltura che lascia basiti.

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