L'editoriale

Alessandro Sallusti contro Beppe Grillo, "risposte cretine a domande intelligenti": sì alla pace, no al suicidio

Alessandro Sallusti

Durante i dibattiti cui partecipo, spesso sento dire agli interlocutori che la pensano diversamente da me una frase che sta diventando un mantra: «Ma insomma, sarà possibile o no porsi delle domande?». Certo che è possibile, anzi porsi domande non solo è utile ma necessario. E infatti le mie contestazioni alle loro tesi non riguardano le domande bensì le risposte che si danno, il più delle volte strampalate, retoriche o banali teorie di buoni propositi. Per esempio la domanda che ieri si è posto Beppe Grillo su come evitare la Terza Guerra mondiale è ovviamente legittima. Ma se la risposta che lui dà è: «Disarmiamoci, aboliamo i nostri eserciti come ha fatto il Costa Rica», ecco che la tragedia assume i contorni della farsa e non penso proprio che questo sia il momento di sparare castronerie.

 

La ricetta di Grillo è vecchia come il mondo, addirittura ci aveva pensato il buon Dio - ben prima dell'apparire dei Cinque Stelle - quando in uno slancio di malriposta fiducia nelle sue creature collocò il primo uomo, Adamo, e la prima donna, Eva, nel giardino dell'Eden perché l'umanità vivesse in armonia con se stessa e con la natura. Non aveva, il Creatore, previsto che Eva avrebbe mangiato la mela proibita e quindi la storia dell'uomo andò diversamente. Disarmare l'Italia, l'Europa, o addirittura il mondo intero, è una idea geniale che però non tiene conto del peccato originale, quindi è una stupidaggine da comico in là con gli anni. I Cinque Stelle del resto sono specialisti a dare risposte cretine a domande intelligenti. Tipo individuare nella "decrescita felice" la soluzione per le ingiustizie sociali, o nel "reddito di cittadinanza" la ricetta economica per abbattere la disoccupazione, nel "no oleodotti" la risposta immediata all'inquinamento, nel "no vaccini" l'arma per vincere la pandemia Covid. "Come mettere fine alla guerra?" è una domanda necessaria, merita risposte forti e immediate che non possono però essere rese o rinunce unilaterali né fondate sui ricatti e sulle menzogne. In attesa quindi che l'umanità rinsavisca teniamoci i nostri eserciti che non si sa mai cosa ci riserva il domani: la storia dell'uomo è disseminata di serpenti.