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Vittorio Feltri: Mario Draghi sulla via di Mario Monti, grazie al premier crolla il valore della casa

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Leggo qua e là e mi spavento: i dati statici dimostrano che il mercato immobiliare italiano sta entrando in crisi, anzi vi è già entrato, e perde ogni giorno. È un brutto segnale perché quando il mattone non attrae più i cittadini, si ferma tutto e l'economia ne risente in modo drammatico. È noto che la casa è ciò che sta più a cuore ai connazionali, basti pensare che l'83 per cento di essi abita in un appartamento di proprietà. In questo campo siamo i più potenti d'Europa, anzi del mondo, un po' come accade per i risparmi depositati in banca: i nostri sono i più alti della Terra. Ma se cominciamo a diffidare anche del cemento che protegge le famiglie, e non abbiamo più voglia di assicurarci un appartamento in cui vivere sereni, c'è poco da stare allegri. Quali sono le origini del problema non certo secondario?

 

 

Escludiamo il Covid, che infatti non c'entra, e veniamo alla guerra che invece spaventa tutti e induce a non spendere onde garantire denaro sufficiente alla sopravvivenza. Questa non è l'unica causa del freno riguardante il mercato delle abitazioni. La circostanza che il governo di Mario Draghi abbia annunciato ai quattro venti l'intenzione di riformare il catasto ha allarmato il mercato, che ha frenato di brutto le compravendite anche dei bilocali, i quali a Milano, per esempio, costituiscono il principale business. La gente è terrorizzata che la revisione delle valutazioni dei prezzi comporta un aumento delle imposte, sebbene il premier abbia garantito di non inasprire le tasse. Però il popolo, che non è scemo, si domanda: se il rinnovo catastale non incide sui tributi per quale ragione il presidente del Consiglio lo vuol rivoluzionare? L'interrogativo è finito, peccato che Palazzo Chigi taccia. Ciò non promette nulla di buono, e la realtà è che sono spariti quelli che comprano. Occorre rimediare in fretta se non vogliamo che la crisi galoppi.

 

 

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