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Il caso Nathalie Tocci, se la sinistra boicotta i talk-show di sinistra: fino a dove può arrivare Putin

Pietro Senaldi
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Nathalie Tocci è una politologa. Malgrado sia stata per anni consigliera della commissaria Ue, Federica Mogherini (Pd), è ritenuta una grande esperta di relazioni internazionali. Ha solide basi oxfordiane e ancor più radicate conoscenze, al punto che il governo l'ha piazzata nel consiglio di amministrazione dell'Eni, come indipendente (ma non si capisce da chi).

 

Nathalie Tocci comunque, ha lanciato una polemica interessante. Probabilmente, con scarsa obiettività, si ritiene un'analista super partes, il che la porta ad avere delle proprie opinioni una considerazione come di verità scolpite nella pietra. Ebbene, la signora ha rifiutato di partecipare all'ultima puntata di Di Martedì in quanto il talkshow ospitava propagandisti di Putin che non solo sostengono tesi ardite, come quella che Hitler avesse origine ebree, ma arrivano a negare realtà acclarate, tipo le vittime civili ucraine o l'invasione russa. Sai che perdita, sarebbe il primo commento spontaneo, e invece no, la Tocci merita applausi e solidarietà. Fin qui, chapeau.

Tanto di cappello a chi rinuncia a una comparsata televisiva. Lo hanno fatto, nell'ambito della stessa puntata, anche il ricercatore in forza alla Nato Andrea Gilli e Nona Mikhelidze, cervellone universitario esperta di Caucaso e limitrofi. Pure l'ex direttore di Repubblica, Mario Calabresi, la pensa così e ha fatto sapere di aver declinato qualche invito. Quel che però non convince della grande esperta, che non riesce mai a fare una cosa giusta per intero, è che ha sentito il bisogno di appellarsi a chi sulla guerra la pensa come lei, perché disertino tutti gli studi televisivi quando ospite c'è un mostro di Putin.

 

RITIRATA SOLITARIA
Umanamente c'è da capirla: dura ritirarsi e vedere che poi qualcuno meno problematico occupa di conseguenza il tuo posto; molto meglio rinunciare quando "o me, o nessuno". Dal punto di vista della democrazia e della libertà, che sembrano stare tanto a cuore alla Tocci, qualcosa però non torna. La signora, non essendo una divulgatrice né una giornalista ma rappresentando solo un'opinione, personale o di parte, ha tutto il diritto a sottrarsi se l'interlocutore non le garba. Auspicare però che dal suo gesto parta un boicottaggio generale dei talkshow che ospitano portatori di tesi sgradevoli, o anche folli, è un'ambizione putiniana, o lettiano-piddina, da questo punto di vista la differenza è minima. Non è bello che una donna così potente si industri per sabotare il lavoro di conduttori che fanno solo il loro mestiere: porre problemi, creare dibattito, cercare di alzare i dati d'ascolto anche invitando personaggi fastidiosi, ma che comunque hanno un loro seguito e possono essere contraddetti e svergognati pubblicamente, qualora sostengano mostruosità e chi vuol fargli la lezione sia più bravo di loro.

È consolidato vezzo dei progressisti occupare la televisione per formare coscienze e pensieri dei cittadini. Il giochino però ultimamente sta sfuggendo loro di mano. I tribuni democratici sono così tromboni e antipatici che alle volte perfino dei pazzi o dei criminali danno l'impressione, sbagliata, al pubblico di essere più credibili di loro.

Forse è disagio sociale, forse è l'assuefazione alla lezioncina benpensante che diventa alla lunga insofferenza, forse da troppo tempo le parole dei saggi e dei buoni si traducono inesorabilmente in una mezza fregatura per chi le ascolta. Stadi fatto che sta avvenendo un fenomeno strano. I talkshow di sinistra non vanno più bene alla gente di sinistra perché sono troppo democratici. Sono accusati di fomentare sentimenti anti-atlantici, non per strategia ma per eccessiva sovraesposizione del nemico. Dovrebbero fare qualche piccola censura, magari anche se a parlare è il ministro degli Esteri russo.

ERRORE DI BASE
Non siamo esperti dell'argomento, ma un pensierino ce l'abbiamo. Se, quando ha parlato Alessandro Orsini la prima volta, illustrando le responsabilità dell'Occidente e le pallide scuse di Mosca, non si fosse scatenata la sfida a chi lo insultava di più, ma ci si fosse limitati a replicargli con puntualità, non ne avremmo fatto un martire della libertà d'opinione e le sue tesi sarebbero oggi condivise da molte meno persone. È quello che la Tocci, che a differenza della maggioranza dei telespettatori di qualsiasi talkshow ha sempre nuotato a favore di corrente, non riuscirà mai a capire. I migliori alleati dei propagandisti di Putin sono lei e quelli come lei. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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