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Vittorio Feltri demolisce Joe Biden: "Un insulso predicatore. E Zelensky..."

Vittorio Feltri
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Una sola cosa è molto chiara: non si capisce più nulla di quanto sta accadendo tra la Russia e l'Ucraina. Sappiamo ovviamente che gli eserciti dei due Paesi si affrontano con le armi e si ammazzano alla grande. Ma perché lo facciano rimane un mistero. Che importa a Putin di conquistare la nazione di Zelensky e che importa a quest' ultimo di perdere un pezzo, ignoro quale, del territorio circostante Kiev? Non c'è lo straccio di un esperto televisivo in geopolitica capace di spiegarci i motivi veri della guerra. Si parla di Crimea, di Bielorussia e di Mariupol come fossero dei birilli da abbattere. Si susseguono incessanti le sparatorie a cui noi assistiamo attoniti come a un brutto telefilm. Il Corriere della Sera ieri in prima pagina ha pubblicato questo titolo criptico o cretino, decidete voi: «Il G7 preme: fermare Putin».

 

 

 

 

Che scoperte, bisogna bloccare lo zar, ma chi è capace di frenarlo? Il G7 è un club di gentiluomini dediti a grattarsi il ventre, idem la Nato e la Ue. Mentre Vladimir spara anche quando parla e sconfiggerlo non è facile. Attenzione. Le ragioni di Zelensky sono state spiegate con la retorica della libertà e dell'eroismo, quelle del suo avversario con argomenti stupidamente patriottici. Risultato buio assoluto. Gli italiani continuano a non comprendere un accidenti e non è un caso che i media abbiano perso milioni di seguaci rispetto al periodo della pandemia, che terrorizzava chiunque mentre dei bombardamenti all'estero non frega niente a nessuno o quasi. Ogni tanto poi si sente la voce rauca di Biden, un predicatore insulso che si impiccia dei guai ucraini anziché badare ai casini degli Usa, i quali non si sono ancora stancati di occuparsi dei fatti altrui e seguitano a interpretare stoltamente i problemi mondiali a modo loro, cioè da gendarmi, anzi da sceriffi.

 

 

 

Non se ne può più di tali pantomime, a cui spiace vedere che anche Draghi aderisce nella vana speranza di fare da paciere. Per favore lasciamo che ucraini e russi si scannino e pensiamo ai casini di casa nostra. Che sono notevoli, a cominciare dalla energia che scarseggia, cosa che ci servirà a morire di caldo prima e a tirare poi le cuoia di freddo. Per concludere rispondo al mio amico Galli della Loggia il quale dice che coloro che invocano una trattativa tra belligeranti non specificano il contenuto del negoziato. Osservo che bisognerebbe chiedere a Putin cosa vuole in cambio della pace e verificare se è possibile concedergli quanto desidera. Altrimenti non si comincia neanche a parlare.

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