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Vladimir Putin "nazista"? Eppure i regimi di oggi sono tutti rossi: quanti sono i "comunisti"

Carlo Nicolato
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La Russia celebra la giornata della vittoria contro il nazismo, lo farebbe anche il resto del mondo se ne avesse una. Putin accusa l'Ucraina di essere un covo di nazisti e per questo la invade. Per estensione anche la Nato, gli Usa e l'Europa che aiutano l'Ucraina sono nazisti e pure un po' «ebrei», come Hitler e Zelenski (parola di Lavrov). Quest'ultimo, cioè il presidente ucraino, peraltro accusa quello russo di essere anche lui come Hitler e nel mondo Putin viene celebrato come "Putler" (Putin+Hitler, se non fosse chiaro). «Le azioni di Putin sono uguali a quelle dei nazisti», scrive il Guardian sulle pagine di ieri. Da un decennio almeno l'Europa vede neonazisti ovunque, in Ungheria, in Polonia, in Austria, nell'ex Germania dell'Est. La Le Pen è neofascista, d'altronde è pagata da Putin, e prima dell'ultimo ballottaggio si diceva che avrebbe trascinato l'Europa nel baratro con gli amici russi, fascisti nell'animo. Salvini idem come sopra, la Meloni manco a parlarne.

 

 

ISLAMICI
In Italia ci sono i partigiani antifascisti a tempo pieno e scaduto, quelli dell'Anpi, che stanno con Putin, criptonazista e accusatore altrui di nazismo. Nel pieno dell'emergenza per gli attacchi degli estremisti islamici la Germania scopre che il vero nemico sono i neonazisti dell'Afd, al Parlamento europeo si discute su una legge per mettere al bando i partiti neofascisti e nel frattempo si aiutano i fratelli musulmani e si giustifica Hamas. Anche in Spagna ci sono i neofascisti, sono quelli di Vox, in Gran Bretagna la Brexit è stata orchestrata da fascisti a loro insaputa, da personaggi tipo Farage travestiti da populisti, a loro volta travestiti da inglesi. Negli ambienti progressisti che contano Boris Johnson viene definito un "protofascista". Negli Usa ci sono neonazisti ovunque, votano Trump, sparano ai neri e con le corna in testa assaltano il Campidoglio. Nazisti di qua e di là, neofascisti di sopra e di sotto, forse lo siamo un po' anche tutti noi e non ce ne siamo accorti. La gara è quella di accusare per primi gli altri, prima che gli altri accusino te. Specchio riflesso nazifascista, chi lo dice sa di esserlo, come in un gioco da bambini (non ce lo inventiamo noi, lo ha detto Putin a Biden).

 

 

CINA, VIETNAM, COREA
Eppure, fateci caso, nessun Paese al mondo si proclama nazista o fascista, nessuno sventola la bandiera con la svastica o il fascio littorio: quanti sono invece quelli con la falce e martello nella loro? Un miliardo e mezzo di persone, un essere umano su cinque, vive in Paesi socialisti come la Cina, la Corea del Nord, Cuba, il Venezuela. E non è che i regimi rossi in fatto di ferocia, aggressività e calpestamento dei diritti umani siano stati e siano tuttora da meno di quelli nazifascisti dei tempi. Se il progressista Guardian avesse paragonato Putin a Stalin anziché a Hitler avrebbe fatto un ottimo servizio alla storia e alla logica, e invece ne ha fatto uno pessimo a sé stesso. L'attuale regime di Mosca è erede di quello sovietico comunista, con Hitler non c'entra un tubo, ma c'entra molto con Stalin e Breznev. L'invasione russa in Ucraina è figlia di quella di Budapest del 1956 e di quella in Cecoslovacchia nel 1968. La Cina che è alleata di Putin è un regime comunista, e tutti gli altri Paesi citati sopra che brillano per i loro fulgidi principi democratici la seguono a ruota. Siamo circondati da regimi rossi, siamo perfino in guerra con gli eredi degli inventori dei soviet di cui Putin era degno agente, eppure chi ci minaccia è sempre un nazista. E noi pure.

 

 

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