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Joe Biden nel mirino perché per la sinistra gli americani restano il flagello dell'umanità

Joe Biden

Iuri Maria Prado
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Non che una certa diffidenza, o l'ostilità senz'altro, verso il maligno anglosassone, specie americano, siano patrimonio esclusivo delle tradizioni post-sovietiche continentali, quelle che in velluto ed eloquio arrotolato spiegano le malefatte del neoliberismo che si è imposto sul mondo intero a forza di bombe e cospirazioni della finanza senza cuore. Figurarsi. 

 

 

Anche presso certa destra l'approccio assume a volte toni equipollenti, ma con una differenza non da poco. E cioè che il tiepido antiamericanismo di destra non si trasfigura in patriottismo a stelle e strisce se solo sente profumo di vittoria repubblicana, così come non si virulenta in dichiarata inimicizia quando è la parte democratica a prevalere.

Trump, a destra, piaceva, ma questo non cambiava di una virgola l'atteggiamento più o meno vagamente sospettoso della destra verso la cultura civile e politica di quel Paese. Così come non cambiava, appunto, quando nell'avvicendamento era il turno dei democratici.

 

 

A sinistra è diverso. A sinistra gli Stati Uniti sono tendenzialmente il flagello dell'umanità, con qualche tenue possibilità di assoluzione se al potere c'è il presunto omologo del progressista de noantri, preferibilmente di colore. Altrimenti - e non si tratta di Trump, perché valeva per Reagan come valeva per i Bush - gli Stati Uniti sono e rimangono la realtà delittuosa e di sfruttamento cui opporre il preferibilissimo modello mediterraneo delle pacifiche economie stracche e della giustizia sociale pagata dai nipoti che non votano.

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