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Vittorio Feltri, che scemenza il dossier sui "putiniani d'Italia": la lettera al "Corriere"

Vittorio Feltri
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L'elenco dei presunti putiniani italiani pubblicato dal Corriere della Sera a me personalmente sembra una scemata pazzesca. Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole. Anche io, che nella vita sono stato tutto tranne che comunista, ritengo che Zelensky sia ancora più pirla del suo avversario del Cremlino. Il mio non è un pregiudizio ideologico, ho semplicemente constatato che il presidente ucraino dopo mesi di guerra sanguinosa si è messo finalmente a contare i suoi concittadini morti sul campo per contrastare i nemici. Una immensa quantità di cadaveri, 10 mila secondo il dato ufficiale. Mi domando se ne valesse la pena di provocare una strage simile senza peraltro riuscire a evitare l'avanzamento distruttivo dell'esercito russo, il quale più o meno lentamente ha ridotto in macerie l'Ucraina.

 

 

Mi sembra evidente che, se il comico improvvisatosi leader politico si fosse comportato più prudentemente, magari dimettendosi con tempestività dalla carica, e fosse venuto in fretta a più miti consigli, non soltanto si sarebbe risparmiato l'ecatombe che ha dovuto ammettere essere stata compiuta, ma altresì ora, uscendo di casa, non si troverebbe di fronte solamente a rovine. L'abilità di un politico consiste nell'operare al meglio perla propria Nazione, salvaguardando la pelle dei suoi amministrati, non nel costringerli a battersi contro soldati più forti e più equipaggiati di armi nella certezza di essere sconfitti e trucidati. Trovo assurdo che Zelensky sia stato elevato a eroe della patria pur avendo indotto un popolo a farsi sacrificare in massa.

 

 

Egli è un fior di becchino che, pur di prolungare l'agonia della propria gente, ha elemosinato e continua ad elemosinare forniture di armamenti perfino dall'Italia, il Paese più imbelle del mondo, con risultati che non è esagerato definire grotteschi. La medaglia dell'inetto gli è stata conferita recentemente da Biden quando lo ha rimproverato di non avergli dato retta allorché gli confidò che Putin intendeva fargli un mazzo così. Sulla base del principio universale che è meglio tardi che mai, consigliamo al presidente ucraino di togliersi dai piedi il prima possibile, per salvare il salvabile, ammesso che a Kiev e dintorni ci sia ancora qualcosa da salvare. 

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