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Vacanze in Siberia in onore di Vladimir Putin: a cosa sono costretti i russi

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«Sulle orme di Putin» in Siberia o in auto in Asia centrale, la guerra in Ucraina e le sanzioni occidentali che hanno bloccato i collegamenti aerei diretti con la Russia hanno cambiato il modo di fare vacanza dei russi. Difficoltà a ottenere visti turistici, tratte aeree complesse e costose hanno portato i cittadini della Federazione e le istituzioni a "reinventare" le vacanze estive puntando su mete interne e sui mezzi di trasporto privati. All'inizio di luglio, come riporta l'emittente Zvezda legata al ministero della Difesa, ha preso il via il programma turistico "Vacanze siberiane". «Chiunque può sentirsi un presidente in vacanza», ha affermato il capo dell'agenzia federale per il Turismo, Rosturism, Zarina Doguzova. Il percorso del tour - otto giorni lungo circa 1.200 chilometri - si snoda tra i luoghi in cui Vladimir Putin ama rilassarsi tra pesca e trekking: le zone di Tuva, Khakassia e il territorio di Krasnoyarsk.

Mentre gli albergatori della Crimea - la penisola ucraina sul Mar Nero annessa da Mosca nel 2014- sono costretti a tagliare i prezzi delle camere e sono alle prese con un calo di domanda, Sochi «domina per l'accessibilità dei trasporti», hanno spiegato dal tour operator russo Inturist. «Fino a metà agosto si registra quasi il tutto esaurito negli hotel a quattro e cinque stelle».

 

 


Per andare all'estero, in molti sceglieranno di muoversi con mezzi propri. Per i turisti russi che viaggiano in auto da e per l'estero, il governo ha rimosso tutte le restrizioni Covid a partire dal 15 luglio, un mese dopo quanto deciso nello stesso senso per treni e aerei. Il problema con i Paesi confinanti rimane quello dei visti, ha fatto notare il direttore dell'associazione Turpomoshch, Aleksander Osaulenko. «Un certo numero di nazioni con cui abbiamo il regime di visti non hanno ripreso a rilasciarli ai turisti russi», ha sottolineato, aggiungendo che probabilmente le mete più gettonate quest' anno saranno Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e le regioni rivendicate dalla Georgia e che si sono dichiarate indipendenti con il sostegno di Mosca, Abcasia e Ossezia del Sud.

 

 

 

Come in altri settori dell'economia, anche nel turismo si guarda alla Cina: «Se Pechino rimuoverà tutte le sue restrizioni pandemiche quest' anno, allora per i turisti russi, la Repubblica popolare cinese potrebbe benissimo diventare una destinazione popolare», ha pronosticato Osaulenko.

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