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Italia "trasferita in Ungheria e Polonia": la strategia segreta dei sovranisti (secondo Bersani)

Bersani

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Quindi, fateci capire. La segreta strategia sovranista, naturalmente avallata dalla multinazionale parafascista e razzista, prevede il trasferimento dell'Italia tutta, lo Stivale intero isole comprese, in Ungheria o in Polonia. Lo ha reso noto due giorni fa, davanti a un pubblico sbigottito, lo smacchiatore di giaguari Pier Luigi Bersani a In onda: «Se vince la destra», ha detto, «andiamo in Polonia e in Ungheria in un nanosecondo». Malo aveva anticipato un lungimirante Stefano Cappellini su Repubblica già al mattino: grazie all'accordo Letta-Calenda, affermava, «forse c'è una speranza di non spostare la capitale d'Italia a Budapest».

 

Ora, l'operazione paventata a sinistra presenta qualche piccola difficoltà geografico-logistica. Spostare l'Italia in Polonia, al limite, ci può stare, visto che la seconda è appena più grande della prima. Ma come trasferire la nostra Penisola nella terra dei magiari, che è tre volte più piccola?

 

Semmai si può adattare la bandiera, visto che i colori sono gli stessi, sebbene orizzontali e non verticali. Ma tagliare due pezzi di patria pare azione più complessa, e poco sovranista. Si pensi poi al guaio di trasferire la capitale da Roma a Budapest: dovremmo deportare cinghiali e gabbiani dal Tevere al Danubio e riversare lì tutta la monnezza, per rendere la capitale d'Ungheria credibile come città principale d'Italia.

Sarebbe preferibile invece che gli ungheresi ci invadessero, come avevano provato a fare i loro antenati Unni con Attila. Dove passava lui non cresceva più l'erba. Ma si faceva di tutta l'erba un Fascio.

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