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Bologna, quanto è intollerante la sinistra colta: si zittiscono le voci discordanti

Giancarlo Mazzucca
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Lo confesso: per tantissimi anni sono stato molto orgoglioso del mio 110 e lode con cui mi sono laureato, esattamente mezzo secolo fa, in Scienze Politiche all'Università di Bologna.  Ma oggi confesso di non esserlo più tanto, soprattutto dopo aver letto che questa facoltà dell'ateneo petroniano ha organizzato un seminario di sociologia sull'immigrazione che, in particolare, ha cercato di mettere in croce, politicamente parlando, anche Libero accusato di voler chiudere incondizionatamente e a tutti i costi le frontiere agli immigrati.  Un seminario che qualcuno potrebbe anche definire "sovietico", con tanto di slide che cercano di mettere sotto accusa, senza alcuna possibilità di replica, certi titoli sull'argomento pubblicati (e non tutti) anche dal nostro giornale.  A questo punto, mi è sorto qualche dubbio sull'effettiva "leadership" di quella che viene considerata l'università più antica del mondo. E mi sono anche chiesto cosa avrebbe detto, se fosse ancora vivo, Achille Ardigò, il mio piccolo - grande insegnante di sociologia (era molto basso di statura) che a quell'esame, forse immeritatamente, mi dette pure un bel voto.

 

 

Il professore friulano (ma bolognese d'adozione) può essere considerato davvero un "numero uno": è stato uno dei fondatori della facoltà di Scienze Politiche del capoluogo emiliano ed è diventato il maestro di tantissimi giovani. Ardigò, partigiano nella Seconda guerra mondiale e poi dossettiano di ferro ed elemento di spicco nelle file del cattolicesimo militante, non era affatto un personaggio di destra ma, se fosse ancora vivo, non avrebbe di certo permesso che, nella sua facoltà, si fosse organizzato un tale seminario, un seminario che, scusandomi per il gioco di parole, è a senso unico in tutti i sensi. Tanto più che lo stesso Achille, prima di diventare professore universitario, era stato giornalista (aveva cominciato all'Avvenire d'Italia) e considerava l'obiettività assolutamente prioritaria nel mondo dell'informazione (e non solo). Così come era convinto della necessità di dare spazio a tutte le voci, anche a quelle discordanti. E, in tal senso, è evidente la contraddizione di fondo di quest'ultimo seminario di Scienze Politiche: vorrebbe insegnare il dialogo tra i popoli e finisce per zittire coloro che, sulla libera stampa, magari hanno opinioni diverse. Sì, sotto le due Torri ci vorrebbe proprio un Ardigò-bis.

 

 

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