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Letta, Giorgia Meloni si "incipria"? Alle donne di destra si può dire tutto

Francesco Storace
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La gaffe di Enrico Letta - l'ennesima - nei riguardi di Giorgia Meloni non ha sanzione femminista. Per l'ennesima volta, un insulto nei confronti della leader di Fratelli d'Italia passa sotto silenzio, le signore della sinistra si voltano dall'altra parte, fischiettano al cielo, non si indignano. Ci sono le liste elettorali al via e non si sa mai. Ah già, le liste. Su web e agenzie di stampa è un fiorire di autocandidature. Le signore Franceschini e Fratoianni si lamentano di essere definite così, ma sono loro che frignano per avere il diritto di accompagnarsi alle Camere con i loro rispettivi coniugi, deputati in carica e senza alcuna volontà di sloggiare per far posto alle consorti. Assieme vogliono andarci. E quindi nessuna delle aspiranti onorevoli si azzarda, almeno prima del deposito delle candidature, a urtare la sensibilità dei capi dei partiti. Critiche zero: eppure un tempo sarebbero insorte contro il sessismo evidente, la misoginia acclarata. Macchè, Letta può dire che la Meloni si «incipria» allo scopo di cancellare inesistenti macchie politiche. Nessun garbo e ci manca solo che il segretario del Pd si senta minacciato a suon di borsettate. Loro, le compagne, stanno zitte. E semmai il maschilismo che contestano è proprio quello che si limita a far notare loro che se davvero hanno la voglia di fare un giro alle Camere, che almeno sia al posto degli uomini della loro vita e non in compagnia degli stessi. Facebook diventa il regno delle giaculatorie per ottenere un posto al sole, ma guai a pronunciare una sola sillaba verso Enrico il Nazareno, l'eroe che può permettersi di offendere la Meloni senza che alcuna gli dica il fatto suo. Tutte ammutolite e senza bisogno di cipria le signore della sinistra. Ad una donna di destra si può dire che si nasconde semplicemente perché la pensa diversamente dal pensiero unico dominante.

 

 

 

I PRECEDENTI

Non è la prima volta che succede alla Meloni. La coincidenza con bordate di maschi di sinistra e silenzio delle "compagne" è ormai quasi una consuetudine e raramente si elevano voci di protesta contro chi esagera. Ma questa volta Letta è andato oltre. Perché ha voluto immiserire il dibattito politico. Se una donna non sta dalla sua parte è per frivolezza, appunto cipria e borsetta sono i suoi requisiti, nella testa non deve albergare alcun pensiero che sia autonomo da lui. A ben pensarci è davvero un atteggiamento macho, quello di Letta, che in altri tempi si sarebbe guadagnato censure a suon di proteste e dichiarazioni. Ma non accade. Anzi, arriva la capogruppo Pd del Senato a metterci una toppa peggio del buco. Dice Simona Malpezzi che la leader di Fdi «fa trasparire delle donne all'interno della società l'immagine di una donna che sta a casa e non deve fare altro». Complimenti davvero, per una che se fa la presidente dei senatori del Pd è perché lo ha voluto un uomo. Così come un altro uomo, Nicola Zingaretti, non riuscì a portare neppure una donna tra i ministri del Pd: ecco, al Nazareno le donne, Malpezzi e Serracchiani, le hanno messe in cucina, al massimo a rassettare i gruppi parlamentari. A comandare, al governo, ci sono solo ministri uomini. E insorgono contro una donna che invece guida un partito. E si capisce perché non ci sia una sola onorevole a dire a Letta di smetterla. Sennò quello non regala più loro cipria e borsetta. 

 

 

 

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