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Natale: dal Vecchione al ceppo della vigilia, tradizioni dell'Emilia legate al fuoco (3)

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(Adnkronos) - Per la precisione, la tradizione e' legata a quando nelle case c'era ancora il camino e si usava accendere il 'ceppo' dopo aver recitato l'Ave Maria. Nell'usanza popolare si diceva che servisse per 'scaldare il bambino Gesu" e che dovesse bruciare fino all'alba, ma non consumarsi del tutto perche' lo si doveva riaccendere ogni notte, fino all'Epifania, affinche' portasse fortuna. Ha una chiara origine pagana anche la tradizione del 'Zoc ed Nadel', il fuoco con cui Modigliana, sempre in provincia di Forli'-Cesena, celebra il periodo delle feste. Basato sui riti che accompagnavano la ricorrenza del solstizio d'inverno, anche qu il fuoco verra' acceso con una solenne cerimonia la sera della Vigilia e come da tradizione sara' continuamente alimentato perche' non si spenga mai fino al giorno della Befana. Il grande falo' sara' al centro delle iniziative che per tutte le feste si svolgeranno nella piazza del paese, tra degustazioni di salsiccia, polenta, castrato, fagioli con le cotiche, cedi, dolci e vin brule'. In piazza Matteotti si ripetera' dunque un rito che risale al 274 D.C., quando l'imperatore Aureliano decise che il 25 dicembre si festeggiasse il Sole, quindi il fuoco. Da come bruciava il tronco, inoltre, si traevano presagi sull'andamento dell'anno. L'idea di riprendere e attualizzare questa antichissima tradizione, e' cominciata a Modigliana nel 1976, per iniziativa dei fratelli Vincenzo e Augusto Rabiti, all'epoca gestori del bar Centrale che per riscaldare gli infreddoliti avventori decisero di accendere un fuoco all'aperto. (segue)

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