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Giochi: Rivoltella (Cremit), la violenza fictional predispone a quella "vera" (2)

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(Adnkronos) - "Quando la violenza fictional si aggiunge alla frustrazione - sottolinea il docente - il bambino è molto più violento di quello non frustrato. Sulla base di queste posizioni, il richiamo va al genitore perchè vigili sul fatto che il bambino consumi videogiochi adatti alla sua età. Su tutti i videgiochi, secondo una normativa internazionale, i produttori sono obbligati a riportare l'età sotto la quale quel videogioco sarebbe sconsigliato. Di fatto, succede però che molte volte il genitore non sia attento e quindi al ragazzino capita in mano un videogioco non adatto per la sua età". "L'indicazione, inoltre, viene data in modo molto generale e non tiene conto, ovviamente, del fatto che ogni singolo bambino ha una sensibilità diversa al contenuto violento. Se il videogioco può essere giocato da un bambino di 12 anni non è detto che sia adatto ad un altro della stessa età ma con una maggiore sensibilità nei confronti dei giochi violenti e della violenza in generale". Rivoltella riprende poi un altro dato dimostrato da diversi studi e relativo ai processi di deresponsabilizzazione e di desensibilizzazione rispetto all'uso della violenza nei confronti del cattivo. "Nel videogioco, spesso - osserva - io sono il buono che combatte il cattivo e per combattere il cattivo uso la violenza". (segue)

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