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Mafia: Genchi incredulo, mai minacciato agente, lo conobbi a maggio del 1993

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Palermo, 22 apr. - (Adnkronos) - "Quando gli operatori della Dia mi hanno notificato l'invito a comparire della Procura di Caltanissetta, con l'imputazione di 'favoreggiamento degli autori della strage di Capaci', ho avuto la sensazione di trovarmi su 'Scherzi a parte'". A scriverlo su Facebook è Giocchino Genchi, l'ex funzionario del ministero dell'Interno, esperto di telematica e telefonia, commentando gli ultimi sviluppi dell'inchiesta sulla strage di Capaci. "Sono incredulo - dice ancora - e non riesco a spiegarmi il perché di queste gravissime accuse ad oltre 20 anni da quei fatti, da parte di un appartenente alla Polizia di Stato, che semmai quelle minacce e quell'istigazione a mentire fossero vere avrebbe avuto il dovere morale e giuridico di denunciarle immediatamente e non attendere che passasse un ventennio e che fossero dei magistrati a contestargli le sue plateali contraddizioni. Non oso nemmeno ipotizzare un complotto di qualcuno della Polizia di Stato contro di me nel tentativo di calunniarmi". "Non riesco nemmeno a immaginare - prosegue - come le due relazioni di servizio dell'agente G.DM., palesemente contraddittorie su circostanze di assoluta rilevanza per le indagini sulla strage di Capaci, siano state lasciate stagionare per oltre 20 anni dai magistrati e dagli inquirenti che quelle indagini hanno svolto, chiuso e riaperto a più riprese, con i proclami sempre più roboanti, specie in occasione dell'approssimarsi degli anniversari del 23 maggio, che per un triste gioco del destino sono sempre prossimi a delle tornate elettorali". (segue)

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