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Mafia: Bindi, eredita' Chinnici preziosa per rinnovare impegno dello Stato

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Roma, 29 lug. (Adnkronos) - Il sacrificio di Rocco Chinnici "è ancora oggi una preziosa eredità a cui attingere per rinnovare e rafforzare l'impegno dello Stato per la giustizia e la legalità". Lo afferma Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, in occasione del trentunesimo anniversario della strage di via Pipitone Federico a Palermo, "primo attentato terroristico mafioso contro un magistrato", nel quale persero la vita due uomini della scorta, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile in cui abitava il magistrato, Stefano Li Sacchi. "Cosa Nostra - prosegue Bindi - colpiva un magistrato integerrimo e instancabile che a capo dell'ufficio istruzione del tribunale di Palermo aveva impresso una svolta alle indagini sulla mafia cominciando a seguire le tracce del denaro e a ricostruire gli intrecci tra potere mafioso, affari e politica". "Chinnici - sostiene la presidente dell'Antimafia - aveva capito per primo l'importanza di un approccio unitario e il suo ufficio, in cui lavoravano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di fatto funzionava come il primo pool antimafia e stava indagando sugli omicidi di Piersanti Mattarella, Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa. Come più tardi Falcone e Borsellino, sperimentò solitudine e incomprensioni, senza per questo abdicare alla propria missione consapevole dei rischi che correva".

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