Mafia: Ordine Carmelitani, nessun inchino al boss di Cosa Nostra
Palermo, 31 lug. (Adnkronos) - Nessun "inchino" della statua della Madonna del Carmine dinanzi l'agenzia di pompe funebri dei familiari del boss di Cosa Nostra Alessandro D'Ambrogio, oggi al 41bis nel carcere di Novara. Solo una sosta, come tante altre effettuate durante la processione lungo le vie del quartiere Ballarò, "dovuta solamente e precisamente su richiesta formale di una coppia di genitori che ha presentato il proprio bambino da issare al viso della Madonna". Così, in una nota, il priore dell'Ordine dei Carmelitani Padre Pietro Leta intende fornire "la sua diretta esperienza dei fatti, vissuta in prima persona" della processione svoltasi domenica scorsa a Ballarò e finita sotto i riflettori della stampa locale e nazionale. Il priore ha voluto "escludere categoricamente che con la statua della Madonna sia stato operato alcun genere di inchino o altri gesti o segni similari" e ancora, ha precisato che "il boss in questione, infiltrato in mezzo ai Confrati due anni fa all'uscita della statua della Madonna non ha mai fatto parte della Confraternita". "Attorno alla vara della statua - si legge nella nota - oltre ai membri della Confraternita che indossano l'abitino ufficiale loro proprio, si affiancano diversi uomini che indossano uno scapolare fatto in casa, il "fai da te" usato da diverse generazioni e passato da padre in figlio". "Siamo certi - conclude Padre Leta - che il diavolo si annida dentro i mafiosi, ma è altrettanto vero che fa anche breccia dentro alcuni giornalisti disposti a fare scoop a qualsiasi costo. Come Carmelitani, teniamo a precisare che nella nostra azione pastorale in mezzo al popolo che siamo chiamati a servire, cerchiamo di fare delle scelte secondo il Vangelo, seguendo con grande attenzione gli insegnamenti della Chiesa, e in particolare in questo momento storico quanto Papa Francesco con naturalezza, ma con grande fermezza, stigmatizza sulla mafia e sulla zizzania dentro e fuori la Chiesa".