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Carceri: a Bari-Carrassi nasce orto curato da detenuti, prodotti a Caritas (2)

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(Adnkronos) - Un modello penale inclusivo e anticipatore del principio della giustizia riparativa, attraverso l'impiego di tali detenuti in lavori di pubblica utilita', orientato ad una dimensione di 'carcere aperto', alternativo e territoriale, sulla scia delle piu' avanzate esperienze europee, capace quindi di offrire concrete possibilita' di reinserimento sociale, anche attraverso l'orientamento e il sostegno all'inserimento lavorativo, scolastico e della formazione professionale e culturale, nell'ambito della affermazione e del rilancio di una cultura della legalita'. L'iniziativa dell'orto in carcere e' stata resa possibile dalla collaborazione volontaria dell'Associazione Civilta' Contadina di Molfetta e dalla Ditta 'Facchini e Francese'. Il progetto prevede il diretto coinvolgimento dei detenuti ai quali e' affidata la cura quotidiana dell'orto e la raccolta dei prodotti della terra. "Sono prodotti biologici, senza fitofarmaci", hanno tenuto a precisare i detenuti. Il carcere di Bari, che l'anno scorso era tra i piu' sovraffollati d'Italia, allo stato attuale ospita 340 detenuti su una capienza complessiva di 362 posti. Altri spazi potranno essere recuperati grazie ai lavori in corso. A proposito dell'orto l'assessore Nardoni e il presidente Vendola hanno espresso l'auspicio che da questa iniziativa si avvii una collaborazione con il mondo delle aziende agricole e con il mondo dell'Universita' ad esempio la Facolta' di Agraria di Bari. "Condivido il progetto - ha detto Nardoni - e cercheremo di ampliarlo con gli orti verticali, costruiti anche nelle celle e con le masserie didattiche".

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