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Migranti: dg Asp Palermo e medico Lampedusa, aiutarli è un dovere

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Palermo, 27 gen. (AdnKronos) - "La tua vita non può essere la stessa quando hai preso centinaia di cadaveri dalle barche e li hai distesi in banchina. Quando hai visto naufragare a poche miglia dalle nostre coste le speranze di tanti giovani che credevano in una vita diversa da quella che avevano lasciato nella loro terra". Il ricordo è di Antonino Candela, direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Palermo, che a Cracovia, in occasione del 71esimo anniversario della "Giornata della Memoria" è stato invitato a portare una "testimonianza" del dramma dell'immigrazione nel Mediterraneo. Insieme a Pietro Bartolo, responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, il manager dell'Azienda sanitaria provinciale ha parlato della "sofferenza e della speranza che spinge migliaia di persone ad affrontare violenze e stupri prima di salire a bordo di un barcone con l'unico obiettivo di approdare verso una vita migliore". "È dal 1991, da 25 anni, che mi occupo della cura e dell'assistenza ai migranti - ha spiegato Bartolo che nell'ottobre scorso, sempre a Cracovia, ha ricevuto il premio 'Viera de Mello' - sono persone sane, forti, ma stanche, spaventate e in grave difficoltà che fuggono da guerre, torture, persecuzioni e povertà. Persone in cerca di salvezza e, perché no, di un mondo migliore. Aiutarli è un dovere di ogni uomo".

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