Sanità: inquirenti, a Rizzi e Longo tangente da 50.000 euro, 5.000 al mese
Milano, 16 feb. - (AdnKronos) - Una tangente di 50.000 euro (pagata in contanti grazie all'intermediazione di un soggetto accusato di riciclaggio) ed una serie di finte consulenze, per 5.000 euro al mese, fatturate dalla moglie di Mario Longo, dello staff di Fabio Rizzi. Oltre alla "promessa di ulteriori future nuove dazioni in denaro o di incarichi di natura privata". E "il finanziamento della campagna elettorale di Fabio Rizzi per le elezioni regionali del febbraio 2013". Infine "la creazione di una società utilizzata per istituire alcuni ambulatori odontoiatrici in strutture sanitarie private, le cui quote sono state intestate all'imprenditrice Canegrati e, per interposta persona, a Longo e a Rizzi". Sono questi gli importi illeciti contestati dagli inquirenti a Fabio Rizzi e Mario Longo, entrambi indagati nell'operazione 'Smile' “nelle rispettive qualità, il primo di consigliere Regionale della Regione Lombardia e presidente della Commissione "Sanità e Politiche Sociali" del Consiglio Regionale, il secondo di appartenente allo staff del primo con incarichi pubblici nell'ambito dell'odontoiatria". I due, secondo l'accusa "abusando dei propri ruoli e poteri, inducevano i funzionari pubblici preposti alla gestione dei servizi di odontoiatria e alle forniture odontoiatriche dell'aziende Ospedaliere della Regione, nonché gli amministratori delle strutture private e private convenzionate della Regione, a favorire nell'indizione delle gare d'appalto o nella scelta del contraente privato le società riconducibili alla Canegrati”. Rizzi e Longo avrebbero per questo , stando alle indagini svolte dalla procura di Monza, favorito l'imprenditrice connivente "nello svolgimento di due gare d'appalto bandite dalle Aziende Ospedaliere “Istituti Clinici di Perfezionamento” (del 2015, da 45 milioni di euro) e “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio“ (del 2014, da 10 milioni di euro); nei rapporti economici intrattenuti con importanti strutture sanitarie private accreditate con il Sistema Sanitario Regionale, al fine di ottenere nuove commesse o di scongiurare la rescissione di contratti già in essere con le aziende della donna; nei progetti d'espansione della stessa anche in altre Regioni d'Italia, in particolare intercedendo sulle decisioni di un ulteriore gruppo imprenditoriale gestore di servizi presso alcune strutture sanitarie toscane a sua volta favorito, dagli stessi Longo e Rizzi, in un progetto di collaborazione Lombardia-Brasile che prevedeva la costruzione di un ospedale pediatrico nella regione del Goias".