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Giustizia: Reggio Calabria, minori salvati da 'ndrangheta a rischio con riforma (2)

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(AdnKronos) - Donne, 'pentite' di 'ndrangheta, le quali "varcano la linea divisoria tra loro e lo Stato e vengono a chiederci di allontanare i loro ragazzi - spiega il giudice Di Bella -. I nostri provvedimenti, non punitivi, le sollevano dalla responsabilità di scelte educative che sono divisive in un contesto familiare difficile". Stanche di lutti e carcere, "l'istinto di madre prevale" e crea una "lacerazioni nel tessuto che sembrava impenetrabile di queste famiglie, aprendo scenari del tutto inediti". L'offerta di una realtà nuova, fa in modo che "diverse madri ci chiedono di essere aiutate ad andar via dalla Calabria, di essere ricongiunte con i figli e cominciare una vita nuova". Così la giustizia rompe "la cultura mafiosa che si trasmette di padre in figlio" e il Tribunale per i minori di Reggio Calabria "non è più percepito, da molti, come un'istituzione nemica. È una conquista importante in un contesto in cui il rapporto tra Stato e 'ndrangheta è altamente conflittuale". Una rivoluzione culturale che, però, "non può essere lasciata sulle spalle di un piccolo tribunale di frontiera, con un organico ridottissimo, solo quattro giudici togati, nella provincia forse a più elevata densità criminale d'Italia". Da modello apripista, rispetto ad altri tribunali del Sud la peculiarità sta nell'aver siglato "un protocollo giudiziario con le procure del distretto che crea un circuito comunicativo rapido ed efficace", a Reggio Calabria nasce l'idea 'Liberi di scegliere'. Un progetto presentato oltre un anno fa, "che il Ministero della Giustizia sta studiando". L'intento è "costruire reti di supporto ai nostri provvedimenti per accompagnare i minori anche dopo la maggiore età, fino al raggiungimento di una vera autonomia. Creare delle equipe educative antimafia con educatori, volontari, psicologici. Il finanziamento di questo progetto potrebbe darci una grossa mano".

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