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Vino: Montonico, 'le petit champagne' abruzzese salvato dall'estinzione

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Roma, 26 ago. - (Adnkronos) - Quando tra il 1798 e il 1799 le truppe napoleoniche entrarono in Italia, in Abruzzo i francesi si imbatterono nella coltivazione di un vitigno autoctono della zona dell'entroterra teramano, il 'montonico'. Trovarono il suo vino cosi' fresco, armonico e profumato da ribattezzarlo "le petit champagne" e da chiederne forniture per i vari distaccamenti nella regione. Il montonico ebbe cosi' il suo momento di gloria destinato a tramontare con la Seconda guerra mondiale, quando fu quasi completamente distrutto dalla fillossera, ma anche dalla moda dei vitigni internazionali, piu' facili da coltivare e meno problematici dell'autoctono montonico. Sembrava esere la fine per il 'piccolo champagne abruzzese', la cui coltivazione si ridusse a poche piante rimaste un po' per caso negli orti e nei terreni dei contadini di Bisenti e Cermignano. Almeno fino a quando un gruppo di quattro imprenditori non si e' messo in testa di recuperare il vitigno per produrre l'Abruzzo Doc Montonico. Un'impresa non da poco, visto che "ne rimanevano pochissime piante e mischiate con altri vitigni, quindi abbiamo dovuto procedere con un lavoro di recupero della purezza del montonico", spiega all'Adnkronos Elisabetta Di Berardino, socia dell'azienda agricola La Quercia. "Ma il problema piu' grave -aggiunge- era che oltre alla quantita', era scarsa anche la qualita' di quel poco montonico ancora prodotto, affidato non a professionisti ma a singoli che magari avevano due o tre piante nell'orto e si dedicavano alla produzione del vino a tempo perso, facendo piu' danni che altro, soprattutto per un vitgno raro che non si conosce e non ha termini di paragone per capire se e' il produttore che non ha fatto un buon lavoro o se la colpa e' del vitigno".(segue)

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