Migranti: dalla Guinea a Pozzallo, la storia di Buba 'Grazie Italia' (2)
(AdnKronos) - La veglia era iniziata con un video dal titolo 'Un canto per la pace'. Poi la riflessione affidata a quattro testimonianze su altrettante azioni tratte dal messaggio del Papa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Valeria Ponente, psicologa che presta il proprio servizio alla Casa delle culture di Scicli, dove sono sino ad ora ospitati 700 soggetti vulnerabili (bambini, famiglie, donne sole o con minori) ha spiegato come nel centro si lavori non solo per un'accoglienza dal punto di vista dei bisogni fisici, ma "offrendo spazi mentali di condivisione, in cui possano sentirsi sicuri, possano fidarsi e affidarsi. Tutti abbiamo diritto alla pace". Di protezione, invece, ha parlato Giorgio Abbate, presentando il lavoro del progetto 'Presidio', che ha proprio il compito di tutelare i migranti dallo sfruttamento. E poi Latif, che frequenta la scuola d'italiano per stranieri di Modica: "Ora leggo un po', scrivo un po'". "La nostra scuola – ha detto una delle insegnanti – è innanzitutto un luogo d'incontro tra culture diverse. Un incontro di persone che, imparando una lingua, riscoprono il linguaggio dell'amicizia". La quarta testimonianza quella di Murad, che viene dalla Tunisia. Dopo una lunga e dolorosa attesa è riuscito a ricongiungersi con la sua famiglia. Infine il momento della preghiera con Daudà, del Mali, che ha pregato prima in arabo e poi in italiano, "perché Dio, il misericordioso, conceda la pace a noi, alle nostre famiglie, a tutto il mondo". A chiudere la veglia la riflessione del vicario generale della diocesi di Noto, don Angelo Giurdanella. "Con la preghiera abbiamo bussato al cuore di Dio" ha detto.