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Mafia: Corte Appello Palermo, traffico droga scavalca pizzo in interessi Cosa nostra

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Palermo, 26 gen. (AdnKronos) - E' il traffico internazionale di cocaina a scavalcare la tradizionale imposizione del 'pizzo' negli interessi economici di Cosa nostra. Le famiglie mafiose, sottolinea il presidente della Corte di Appello di Palermo Matteo Frasca nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, hanno scelto di "investire massicciamente nel traffico internazionale di cocaina, ritenuto (ed a ragione…) non solo attività assai più remunerativa, ma anche meno rischiosa della sistematica imposizione del 'pizzo' alle attività commerciali insistenti nel proprio territorio". L'efficienza raggiunta dalle indagini in materia di estorsioni, afferma Frasca, "alla quale si unisce la meritoria opera svolta da alcune associazioni antiracket, rende, secondo le stesse valutazioni di alcuni associati, la riscossione del 'pizzo' una delle attività che più espongono all'attività repressiva delle Stato. Come osservato in passato da uno dei referenti mafiosi della famiglia mafiosa di Bagheria, la sistematica imposizione del pizzo, da sempre giustificata con la necessità di 'aiutare i carcerati' finisce con l'incrementare il numero dei detenuti". La compravendita di stupefacenti si concentra in primis sulla cocaina, "il cui consumo - si legge nella relazione - è aumentato esponenzialmente nel corso degli ultimi anni, abbracciando tutte le fasce sociali e di età". La droga viene acquistata nei paesi produttori sudamericani a 1000/2000 dollari al chilo per essere rivenduta in Italia a un prezzo oscillante fra i 70 ed i 100 euro al grammo: "il semplice passaggio di mano di un chilogrammo di cocaina, da un intermediario a un grossista può quindi portare a un guadagno oscillante fra i 10 ed i 20 mila euro".

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