Giustizia: pm Di Matteo, assoluzione Ferrara? Anche sentenze giudici possono essere criticate
Palermo, 19 mar. (AdnKronos) - "Anche le sentenze dei giudici possono essere criticate. E, a mio avviso, dire che le parole di Totò Riina, non dell'ultimo delinquente ma dell'uomo che ha ordinato le stragi mafiose, erano il frutto di un tentativo di 'strumentalizzare per monumentalizzare la figura del pm Di Matteo', di 'consolidare il traballante processo che ha istruito' e 'mostrificare l'ex Presidente della Repubblica e il politico Silvio Berlusconi', a mio parere, non è una critica ma una accusa, cioè di avere strumentalizzato il mio ruolo". Così, il pm della Procura nazionale antimafia Antonino Di Matteo commenta la decisione del Tribunale di Milano di assolvere il giornalista Giuliano Ferrara dall'accusa di diffamazione. Nell'articolo, come si leggeva nell'imputazione, il giornalista parlando del processo trattativa Sato-mafia, che si celebra adavanti alla Corte d'Assise di Palermo ed "in relazione alle minacce proferite" dal boss Totò Riina nei confronti di Di Matteo, aveva "qualificato l'attività di indagine diretta" dal pm "come 'spaventosa messa in scena' che sarebbe stata predisposta ed avviata per perseguire finalità politiche e con l'intento di danneggiare l'immagine dell'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano". "La cosa che mi ha indotto a presentare querela nei confronti di alcuni giornalisti è stato l'accostamento di una vicenda che mi è costata tanto, a una strumentalizzazione ad opera mia", dice oggi Di Matteo. "Ho sempre ritenuto di non querelare i giornalisti, perché anche le critiche più accese vanno accettate da chi riveste un ruolo pubblico, e vale anche per un magistrato - conclude - ma questa volta non potevo non querelare l'editorialista del Foglio".