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Mafia: per uno studente su due Cosa nostra più forte dello Stato (3)

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(AdnKronos) - Alla domanda su quanto pensino che la mafia sia diffusa nella propria regione, il 47.82% dei ragazzi intervistati ha risposto abbastanza, il 23.59% molto, il 15.10% poco. Nell'azione di accompagnamento ad una elaborazione critica del fenomeno mafioso, il ruolo più importante è affidato alla scuola e alla famiglia. A questo proposito, alla domanda “Con chi discuti maggiormente di mafia”, il 56.55% dei rispondenti individua nella scuola il luogo maggiormente deputato ad affrontare tematiche legate all'ingerenza della criminalità mafiosa, mentre soltanto il 28.20% dei ragazzi intervistati, sostiene di discutere di questi argomenti in famiglia. Il 22.41% dei rispondenti dichiara di parlarne fuori dalla scuola con amici o conoscenti e il 18.56% con altri studenti. Il rimanente 7.71% dichiara di non parlarne mai con nessuno. I dati confermano come sia proprio l'impegno del corpo docente, rispetto anche a quello delle stesse famiglie, ad avere il ruolo più marcatamente attivo nell'azione di promozione della cultura della legalità e di forme di partecipazione attiva. Durante il loro excursus scolastico il campione intervistato dichiara di avere affrontato tali tematiche soprattutto durante gli anni delle superiori (il 65%), contro il 60% della scuola media inferiore e il 37% della scuola elementare. Sulla percezione del rapporto tra fenomeno mafioso e mondo della politica, gli intervistati hanno dichiarato per il 39.95% di ritenerlo molto forte, il 49,94% abbastanza forte, debole il 4.68%, inesistente l'1.06% e non so il 4.36%. Un risultato che conferma la piena consapevolezza da parte dei ragazzi di quanto sia stretto il rapporto tra mafia e politica. Un do ut des di favori reciproci che i giovani hanno imparato a riconoscere e con i quali, sono consapevoli, dovranno scontrarsi in un'ottica di possibilità per il proprio futuro professionale. Infatti, alla domanda se si ritiene che la presenza della mafia possa ostacolare nella costruzione del proprio futuro, ben il 30,24% ha risposto sì, molto, il 29.89% sì, poco, il 18.80% no, per niente e il 21.08% non so. Chi legge queste risposte non può non cogliere un senso d'impotenza e rassegnazione nei rispondenti, che trova la massima espressione nella risposta alla domanda: “A tuo avviso, tra lo Stato e la mafia chi è più forte?”, dove il 43.33% ha risposto la mafia, mentre sono ugualmente forti il 26.07% e solamente il 17.58% dichiara di mostrare maggior fiducia nello Stato. Ancora più sconfortante è il quadro che emerge dalle risposte alla domanda: “Secondo te, il fenomeno mafioso potrà essere definitivamente sconfitto?”, dove la risposta no prevale sul sì anche quest'anno in maniera rilevante. In particolare: il 42.51% ha risposto no, il 25.87% sì, mentre il 32.62% non so.

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