Palermo: violenza in corsia, Cimo 'istituzioni latitanti, solo roboanti annunci'
Palermo, 3 mag. (AdnKronos) - "Continuiamo a registrare la latitanza delle istituzioni sanitarie e al di là dei roboanti annunci di facciata non registriamo atti concreti. Insomma dietro le parole il nulla. Non dimentichiamo che al processo al violentatore della dottoressa della guardia medica di Trecastagni le istituzioni sanitarie non si sono costituite parte civile. Né l'Asp né l'Ordine dei medici". A dirlo all'Adnkronos è Angelo Collodoro, vice segretario regionale siciliano del sindacato dei medici Cimo, dopo l'ennesima aggressione in ospedale verificatasi stanotte a Palermo. Questa volta ad avere la peggio è stato un infermiere dell'ospedale Cervello di turno al triage del nosocomio. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, in tre lo hanno colpito con diversi pugni in testa. La dinamica è ancora al vaglio degli investigatori della Polizia che hanno identificato gli aggressori. Alla vittima, sottoposta a una tac, è arrivata la solidarietà dell'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che stamani ha fatto visita all'infermiere "vittima di una brutale quanto ingiustificabile aggressione". È l'ennesimo caso di violenza, il terzo in meno di un mese, che si consuma ai danni del personale sanitario nell'ospedale palermitano. Un'escalation di violenza che ha coinvolto anche altri presidi e che un paio di settimane fa aveva spinto i medici a scendere in piazza a Palermo e il prefetto, Antonella De Miro, a convocare un vertice con i manager di Asp e ospedali proprio per mettere a punto misure utili a contrastare gli episodi di violenza in corsia. "Solo annunci" dice adesso Collodoro per il quale "qualcuno ha provato in passato a giustificare le aggressioni al personale sanitario con le lunghe attese e i disservizi, che in questo caso non ci sono stati".