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Mafia: Pg Scarpinato, su stragi '92 in tanti sanno ma stanno ancora in silenzio

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Palermo, 21 mag. (AdnKronos) - "Questo è un paese che non è riuscito a sapere la verità sulla strage di Portella della Ginestra del 1947, che inaugurò la strategia della tensione in Italia. Un paese che non è riuscito a conoscere la verità sulle stragi neofasciste. Sappiamo, però, con sentenze definitive che, ad esempio, per la strage di Bologna ci sono stati i servizi segreti che hanno depistato le indagini. Ed è angosciante dovere prendere atto che la storia dei depistaggi non si ferma alle stragi neofasciste, ma arriva fino ai nostri giorni. E il processo Borsellino è una summa di tutti i depistaggi della storia italiana". E' la denuncia del Procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, nel corso di un incontro per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino alla vigilia del 26esimo anniversario della strage di Capaci. "Documenti spariti, la famosa agenda rossa, che sparisce nella immediatezza di un fatto immane- dice Scarpinato - quando ancora tutti sono stravolti dell'esplosione, c'è qualcuno che lucidamente prende la borsa e pochi minuti dopo la rimette nell'auto in fiamme. E non si capisce perché, perché se prendi la borsa la dai ai magistrati come corpo di reato". E continua: "Abbiamo dei falsi collaboratori, c'è un processo a carico di esponenti delle forze di Polizia che sono accusati di avere costruiti a tavolino questi falsi collaboratori - dice - abbiamo una intercettazione tra il collaboratore di giustizia Santino Di Matteo (il padre del piccolo Giuseppe Di Matteo sciolto nell'acido ndr) e la moglie, che parlano dopo pochi giorni dal sequestro del figlio. La moglie dice al marito: 'Hai capito perché hanno sequestrato nostro figlio? Ricordati che abbiamo un altro figlio, non parlare mai degli infiltrati Pella polizia nelle stragi' e non abbiamo mai saputo niente su questa". "E' inquietante che ci sono tante, troppe cose, e quello che ancora più inquietante è che ci sono tante persone che sanno e che continuano a tacere. Perché?".

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