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Roche: "Bene nuovi dati su farmaco anti-emofilia"

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Roma, 21 mag. (AdnKronos Salute) - Roche annuncia i risultati dello studio di fase III Haven 3 volto a valutare la profilassi con emicizumab somministrato ogni settimana o ogni due settimane in pazienti con emofilia A senza inibitori del fattore VIII, nonché quelli dello studio di fase III Haven 4 sulla profilassi con emicizumab somministrato ogni quattro settimane in pazienti con emofilia A, con o senza inibitori del fattore VIII. I dati ricavati da entrambi gli studi registrativi sono stati presentati oggi come 'late-breaking abstracts' al congresso internazionale della World Federation of Hemophilia (Wfh) 2018 a Glasgow, in Scozia. Lo studio Haven 3, in adulti e adolescenti di età uguale o superiore a 12 anni senza inibitori del fattore VIII trattati con emicizumab in profilassi ogni settimana o ogni due settimane, ha evidenziato una riduzione dei sanguinamenti trattati rispettivamente del 96% e del 97 % rispetto a quelli non sottoposti ad alcuna profilassi. Nel confronto intra-paziente dello studio Haven 3, la profilassi con emicizumab ha ridotto i sanguinamenti trattati del 68% rispetto alla precedente profilassi con fattore VIII, considerata lo standard di terapia. I risultati dello studio di fase III Haven 4 hanno evidenziato che emicizumab, somministrato ogni quattro settimane, permette un controllo clinicamente significativo dei sanguinamenti nei pazienti con o senza inibitori del fattore VIII. "La riduzione statisticamente significativa dei sanguinamenti trattati, emersa nel confronto intra- paziente dello studio Haven 3, dimostra come emicizumab sia il primo farmaco ad aver evidenziato un'efficacia superiore alla precedente profilassi con il fattore VIII, attualmente considerato standard di terapia", ha dichiarato Giancarlo Castaman, direttore del Centro Malattie Emorragiche e della Coagulazione, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze. "Nonostante i progressi significativi apportati dall'uso regolare della profilassi - aggiunge - molte persone affette da emofilia A possono continuare a manifestare sanguinamenti intercorrenti che comportano una progressione del danno articolare a lungo termine. I dati presentati potrebbero rappresentare un ulteriore progresso nel ridurre il rischio di artropatia a lungo termine e nel migliorare la qualità di vita dei pazienti con emofilia A".

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