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Palermo: minacciato Presidente Centro Padre Puglisi (2)

AdnKronos
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(AdnKronos) - A quel punto l'interlocutore di Artale, parlando dell'omicidio di don Pino Puglisi, avvenuto il 15 settembre del 1993 proprio davanti all'abitazione del prete antimafia, inveisce contro il Presidente del Centro e gli grida: “Hanno fatto bene ad ammazzarlo”. "Capita che io a quel punto gli risponda urlando, così come lui aveva fatto con me sino a qual momento - racconta ancora Artale - Gli chiedo: “Quindi hanno fatto bene ad ammazzare Padre Pino Puglisi? Devi darti una controllata nel parlare, devi decidere da che parte stare, dalla parte della mafia o degli “sbirri”, come li chiami tu”. E sempre con toni accesi gli chiedo perché queste cose non le ha dette quando la piazza pullulava di Forze dell'Ordine. Incalzante continuo e gli chiedo se è capace di dire queste cose davanti agli “sbirri”, e se, nel caso in cui io li avessi chiamati, lui davanti a loro, in quell'istante, avrebbe ripetuto le stesse parole che aveva appena rivolto a me - racconta ancora Artale -Capita che lui mi risponda che avevano fatto bene ad ammazzare u parrinu e che lui non si spaventa di nessuno e che di tutto questo movimento a lui non gliene fotteva niente. Capita che io lo inviti a tornarsene a casa, spiegandogli che se avesse continuato con quell'atteggiamento e quel comportamento, gli sbirri, come li chiamava lui, se lo sarebbero di certo prelevato. Capita che io mi diriga verso il portone del civico n.5 di Piazzetta Beato Pino Puglisi per andare a casa Museo, dove mi attendevano i volontari, i quali, dal balcone della cucina, avevano assistito a questa accesa discussione". "Dopo l'incontro e dopo avere tranquillizzato il gruppo dei giovani rassicurandoli sul fatto che non avrebbero corso alcun pericolo, sono tornato a casa, dove ho riflettuto sull'accaduto - scrive ancora Artale - Mi sono chiesto: “Ma dove erano le centinaia di persone che hanno esposto lenzuoli bianchi ai balconi in occasione della venuta del Papa? Come mai nessuno è sceso dalla propria abitazione per cercare di condurre alla ragione l'energumeno? Come mai quando ho alzato lo sguardo verso le finestre e i balconi prospicienti la piazzetta, non c'era nessuno?”. Questo non deve capitare…. Quei lenzuoli bianchi devono diventare lo specchio della coscienza". "Non è possibile ancora oggi, dopo 25 anni dal Martirio del Beato Giuseppe Puglisi, trincerarsi dietro la paura di metterci la faccia, di dimostrare all'energumeno che non la pensano come lui e che la mafia non fa bene quando “ammazza” una qualsiasi persona. Non è possibile che nessuno degli abitanti di quella piazza non ripudi con fermezza il comportamento dell'energumeno. Non è possibile che quella piazza vuota, dove il Centro di Accoglienza Padre Nostro ha installato una statua del Beato Giuseppe Puglisi, ed indicato con un medaglione in bronzo il luogo dove egli è caduto Martire, anche per la loro ignavia, non sia oggi per tutti loro un vanto, un motivo di orgoglio". E conclude: "Questo non può e non deve capitare mai più. Piazzetta Beato Padre Pino Puglisi è il simbolo del riscatto, non solo per la comunità di Brancaccio ma per tutta la città di Palermo. Quella piazzetta deve interrogarci tutti i santi giorni della nostra vita".

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