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Mafia: le mani dei boss sui pascoli dei Nebrodi, 15 misure cautelari (2)

AdnKronos
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(AdnKronos) - Gli indagati, tutti imprenditori agricoli, con "la connivenza del direttore pro-tempore dell'azienda silvo-pastorale", spiegano le Fiamme gialle, avrebbero così monopolizzato le procedure negoziali, scoraggiando l'accesso ad altri soggetti in regola, ricorrendo al metodo mafioso e alla forza intimidatrice. Dalle indagini è emerso, inoltre, che il direttore tecnico pro-tempore dell'azienda silvo pastorale, nonostante fosse in vigore il 'Protocollo Antoci', richiedeva in ritardo, e solo dopo la stipula dei contratti, apposita informativa antimafia alla Prefettura competente, che all'esito degli accertamenti certificava attraverso l'emanazione di un'interdittiva antimafia, l'appartenenza o la vicinanza degli indagati a organizzazioni criminali di stampo mafioso. "Una volta emanata l'interdittiva antimafia, il direttore tecnico pro-tempore avviava con colpevole ritardo le procedure per la rescissione dei pascoli - spiegano dalla Guardia di Finanza -. Tale ritardo consentiva agli indagati comunque la percezione illecita di contributi comunitari per importi pari a 3 milioni di euro. Complessivamente sono stati emessi 7 provvedimenti di custodia cautelare in carcere, altrettanti indagati, invece, sono finiti ai domiciliari e per un indagato è scattato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono stati impiegati circa 100 militari della Guardia di finanza, con l'ausilio di personale specializzato anti terrorismo pronto impiego, nonché unità del servizio aereo del Corpo. Unitamente alla esecuzione dei provvedimenti restrittivi sono tuttora in corso di svolgimento attività di perquisizioni locali-domiciliari nei confronti dei soggetti indagati.

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